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Il vescovo Antonio Napolioni e il nuovo altare
Il vescovo Antonio Napolioni e il nuovo altare

Santa Chiara, riaperta la chiesa col nuovo altare: “Quando dalle crepe emerge l’oro…”

“Il giorno 11 febbraio dell’anno del Signore 2024, VI domenica del tempo ordinario, undicesimo di pontificato di Papa Francesco, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, con il consenso di mons. Francesco Massara, arcivescovo della Diocesi di Camerino-San Severino, dedicò questo altare, secondo il rito del Pontificale Romano. Qui depose le reliquie di San Francesco, Santa Chiara, Santa Camilla Battista, San Venanzio, San Pacifico, San Giacomo della Marca, San Luigi Orione”.

Si è così portato a termine non solo il percorso di ristrutturazione e consolidamento, in riparazione dei danni causati dal terremoto del 2016, ma anche un lungo cammino che, dal Concilio Vaticano II ad oggi, ha visto la nostra Comunità di Sorelle Povere riflettere più volte sulla necessità di un adeguamento liturgico della chiesa del monastero Santa Chiara, intitolata a “Santa Maria Annunziata”.

Questo altare, con le autorizzazioni dell’Ufficio liturgico della Diocesi e della Soprintendenza dei Beni Culturali, è opera di ingegno e di arte realizzata da Bartolomeo Castellano e Giuseppe Massarelli, con la consulenza di don Mario Castellano.

“Questo altare sia veramente immagine di Cristo, mensa festiva, luogo di comunione e rendimento di grazie, finché Dio, alle Sorelle Clarisse e a quanti ora e in futuro qui saranno riuniti, concederà di immolare per sempre il sacrificio di lode sul celeste altare dell’Agnello”.

Il testo è contenuto nella pergamena che ha accompagnato le reliquie collocate sotto l’altare domenica scorsa nella solenne riapertura della chiesa di Santa Chiara, una bellissima celebrazione di dedicazione del nuovo altare e un importante momento di grazia e di festa per la nostra comunità di Sorelle Povere di Santa Chiara e per l’intera comunità di San Severino. La nostra chiesa era inagibile e chiusa dal 30 ottobre 2016 e, dopo anni di richieste, dal maggio 2022 abbiamo potuto eseguire i lavori di consolidamento e ristrutturazione e un’importante opera di adeguamento liturgico. Il tutto si è concluso alla fine di gennaio e in due settimane abbiamo completato l’opera e abbiamo voluto riaprire la chiesa prima della quaresima, per far risuonare la nostra lode al Signore nel canto del Gloria e dell’Alleluia.

Ci viene restituita una chiesa riparata e rinnovata e ancor più ci viene restituito il cuore pulsante della nostra preghiera, della nostra vita liturgica e del nostro servizio di accoglienza.

La nostra gioia è stata condivisa dal caro don Antonio che ha presieduto il bellissimo rito, da don Marco Gentilucci che ne ha curato con arte la regia, da padre Luciano Genga, nostro cappellano e vicario provinciale che ha rappresentato il ministro provinciale che in questi giorni si trova in Argentina, da tanti frati e sacerdoti, dal sindaco Rosa e da tanti amici che hanno partecipato o che ci hanno seguito in diretta streaming.

Il rendimento di grazie al Signore si è allargato nel ringraziamento finale che la madre Chiara Francesca insieme alla vicaria suor Rosella hanno voluto indirizzare alle tante persone e ditte che hanno lavorato e che ci hanno aiutato e sostenuto in questa impresa, certamente più grande di noi.

Come i candelieri accanto all’altare hanno delle crepe da cui emerge l’oro, così nelle nostre vite e nella nostra storia le crepe, che il terremoto o altri eventi hanno prodotto, contengono la bellezza di Dio che risplende anche nella sofferenza e nel dolore. Le ferite, le sofferenze, le ristrettezze e i disagi di questi anni sono state illuminate dall’oro di Dio: l’oro della comunione e della fraternità di tanti che ci hanno accompagnato, l’oro della competenza di coloro che hanno lavorato, l’oro dell’amicizia di coloro che ci hanno sostenuto, l’oro della piccolezza di tanti benefattori che ci hanno aiutato non con grandi finanziamenti, ma con quelle piccole offerte che hanno dato forma alla bellezza che possiamo ammirare e all’amore di Cristo che dall’altare ogni giorno raggiunge e nutre il nostro cammino.

Sorelle Povere di Santa Chiara

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