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San Vittorino e un'immagine delle catacombe di san Vittorino presso Amiterno dove sarebbero custodite le reliquie del santo omonimo
San Vittorino e un'immagine delle catacombe di san Vittorino presso Amiterno dove sarebbero custodite le reliquie del santo omonimo

Archeoclub, il presidente Roberto Ranciaro: “San Mauro o san Marone? E san Vittorino?”

Recentemente, nel corso delle mie ricerche a tempo perso, mi sono imbattuto in un lavoro del prof. Donnini Mauro, docente dell’Università di Perugia, dal titolo “Le passiones dei martiri di Septempeda e di Osimo: analisi del racconto”, pubblicato nel 1998 dal Centro italiano di Studi sull’Alto Medioevo nel volume “Agiografia e culto dei santi nel Piceno”, la mia attenzione è stata attirata dal fatto che l’autore, nel soffermarsi sull’interessantissima figura di san Marone, primo evangelizzatore del Piceno, fa un’ipotesi apparentemente strampalata.

Infatti già nelle prime righe del testo il Donnini definisce san Marone martire di Settempeda perché il suo supplizio inizierebbe subito dopo la miracolosa guarigione del procuratore di Settempeda dall’idropisia e quindi non è da escludere che qui sia stato imprigionato e giustiziato.

San Marone

Ciò è decisamente sorprendente in quanto tra le innumerevoli congetture sul luogo del martirio nessuno storico in precedenza aveva accennato alla città romana nei pressi di San Severino; per la precisione il santo sarebbe stato martirizzato “in un podere presso la città di Septempeda”.

Si ricorda che san Marone morì intorno al 100 d. C. e che le reliquie dovrebbero essere custodite nella chiesa omonima a Civitanova Marche dove è venerato come patrono e festeggiato il 18 agosto.

L’ipotesi è intrigante e merita un approfondimento perché questo podere forse esiste. In effetti non lontano da San Severino sorge la frazione di San Mauro, ma da vari studi risulta che nell’antichità i nomi Mauro, Maro, Maroto e Marone venivano usati indifferentemente per indicare la stessa persona (vedi Eleuteri A.“Un santo, la donzella e il drago: san Marone martire del Piceno”, 2003); pertanto la frazione San Mauro potrebbe trasformarsi in San Marone e divenire il luogo della prima sepoltura del santo dopo il suo martirio.

Va segnalato che San Mauro è uno dei siti archeologici più importanti del territorio settempedano; sul colle nei pressi dell’abitato, gli scavi effettuati nel 1950 da Mario Moretti e Gualberto Piangatelli rivelarono la presenza di un villaggio preistorico e di una tomba antica (vedi “Archeologia settempedana”, 1960).

Di conseguenza l’ipotesi del prof. Donnini non è affatto strampalata, anzi è da ritenersi tra le più attendibili. Se venisse confermata la schiera già folta dei santi protettori della nostra città si arricchirebbe di una figura importante come quella di san Marone. Si aprirebbe, inoltre, un capitolo interessante riguardante un altro santo settempedano, san Vittorino.

Come è noto san Vittorino è il fratello di san Severino, ma un santo con questo nome, san Vittorino di Amiterno, compare anche tra i compagni di prigionia di san Marone, e forse non è un caso. Amiterno, va ricordato, è il nome di un’antica ed importante città abruzzese i cui resti sono ubicati nei pressi de L’Aquila.

E’ probabile che la figura di san Vittorino di Settempeda sia stata ripresa dall’Abruzzo e adattata alla tradizione locale, quando, verso la fine del primo millennio, ci si rese conto che vari percorsi dei pellegrini diretti a Roma, dalle Marche e da San Severino scendevano verso sud passando proprio da Amiterno; non c’è da stupirsi, quindi, se san Vittorino di Settempeda, nel corso della sua carriera ecclesiale, venga fatto diventare anche vescovo di Amiterno.
Si può ipotizzare che gli storici dell’epoca abbiano utilizzato il santo abruzzese per creare una sorta di continuità nella storia delle città di Settempeda e di San Severino; infatti se san Marone può considerarsi il patrono della vecchia città di Settempeda che lascia il posto a quello della nuova città, san Severino, allora san Vittorino, nella doppia veste di compagno di prigionia di san Marone e di fratello di san Severino, rappresenta il testimone di questo passaggio di consegne dal vecchio al nuovo. Pertanto anche se sembra che i santi con tale nome siano due, in realtà sono da ricondurre ad un’unica figura che è san Vittorino di Amiterno.
Chiaramente, come detto, quella proposta è un’ipotesi, ma da valutare con accortezza perché si presta a riannodare i fili della storia. E’ bene sottolineare che mentre il culto di san Vittorino di Settempeda rimane relegato nella provincia di Macerata, l’altro più antico di Amiterno è ben presente nell’Italia centrale.

Roberto Ranciaro, presidente Archeoclub di San Severino Marche

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