Dai consiglieri comunali Alessandra Aronne e Francesco Borioni di “San Severino Futura”:
“Che cosa ci si aspettava? Forse durante lo scorso mandato c’erano stati segnali di una attenzione sui reali bisogni della città in ambito sanitario e di una conseguente azione diplomatica presso le autorità competenti? Ma se da anni la palla è stata lasciata alla voce delle solite associazioni e comitati, quando non proni alla Regione, con la quale talvolta si trovano in condizione di sussidiarietà!
E oggi l’attivazione del reparto Covid davvero la vogliamo fare passare come un vanto? È l’ennesimo specchietto per le allodole, che preannuncia il peggiore dello scenario invece, perché va a mettere a rischio i (pochi) percorsi attivi e fondamentali per la sanità del nostro territorio.
Ancora una volta le esigenze di un territorio che l’Amministrazione non è in grado di riconoscere e tutelare. Ancora questa retorica (per non dire manfrina) delle eccellenze… Quando alle reali esigenze della comunità avevamo pensato solo noi che già ai primi di novembre avevamo sollevato il problema della sostituzione della dottoressa Ferretti e in generale della conseguente precarietà del reparto di Oncologia e Hospice. Questione per la quale adesso guarda caso si muove una petizione. Dietro alle solite stucchevoli e roboanti promesse c’è ancora una volta l’inconsistenza dell’azione politica dell’attuale maggioranza. La conferma della mancanza di una vera visione futura su quelli che dovrebbero essere i tre cardini della sanità locale: gli acuti, i lungodegenti e la medicina del territorio. La conferma dell’incapacità di individuare le soluzioni che siano verosimilmente praticabili e soprattutto che affrontino le problematiche che maggiormente creano disagi alla popolazione. Più che prendersi i meriti di una scelta tecnica (quella appunto di aprire il punto Covid a San Severino) bisogna ascoltare le preoccupazioni degli addetti al settore ed intentare percorsi che salvaguardino la medicina, la geriatria (che è a rischio anche se nessuno ne parla), il day hospital oncologico, l’hospice, la lungodegenza, e proteggere e potenziare tutti i servizi ambulatoriali. Qui la nostra maggioranza coi suoi massimi rappresentanti, invece che lusingarsi dovrebbe alzare la voce, far valere le nostre necessità e non farci fare da ruota di scorta per non intaccare qualche equilibrio fondato su pacchetti elettorali, a favore non certo nostro. La sanità non è merce di scambio! Chi non si rende conto di questo, che si dimetta! Non dimentichiamo che la nostra zona subisce ancora i disagi di un terremoto che ha già portato via troppo dall’entroterra, anche a causa di chi per farsi bello non si rende conto di quali siano le sue reali condizioni e le necessità”.