Ryūsuke Hamaguchi, classe 1978, è un regista giapponese. Il suo ultimo film, Drive My Car, ha vinto il Golden Globe “Miglior film in lingua straniera” e, se non ci saranno problemi legati alla pandemia, verrà proiettato durante la rassegna cinematografica di marzo-aprile organizzata dai Teatri di Sanseverino.
Per conoscere lo stile e le tematiche caratterizzanti questo regista, possiamo intanto vedere un suo film del 2021 presente sulla piattaforma RaiPlay, Wheel of Fortune and Fantasy (tradotto in italiano come Il gioco del destino e della fantasia, in giapponese 偶然と想像 Gūzen to Sōzō), premiato al 71º Festival di Berlino con l’Orso d’argento – Gran premio della giuria. Una delle tante interessanti visioni che il ben fornito, e spesso troppo sottovalutato, catalogo di RaiPlay offre gratuitamente al pubblico.
Wheel of Fortune and Fantasy è diviso in tre episodi incentrati su tre donne differenti sotto ogni aspetto: Meiko, Nao, e Natsuko non hanno nulla in comune. Non hanno lo stesso lavoro, né la stessa età, nemmeno gli stessi interessi, ma ognuna di loro vive un incredibile appuntamento con il destino, capace di farle riflettere radicalmente sul loro passato e sul loro futuro, con serietà e serenità, con uno scambio naturale e continuo di piacere e dolore.
Con queste tre vicende, scritte e dirette da Hamaguchi (“Magia (o qualcosa di meno rassicurante)”, “Porta spalancata” e “Ancora una volta”), l’autore narra la potenza del caso nelle nostre vite: portatore di opportunità, di fortune, di disgrazie, di pericoli e di malinconie, rappresentato nella sua interezza. Tratteggiando le sue protagoniste con una profondità non comune, donando loro una complessità originale, asciutta e al tempo stesso particolareggiata, che ben emerge durante i dialoghi serrati che coinvolgono le signore, Hamaguchi realizza un film dove il fato viene rappresentato senza banalizzazioni, lontano da quell’ovvia retorica a cui, purtroppo, troppi film cedono. L’appuntamento con il destino non è motivo di lotta per la realizzazione, per agognare un chissà quale “riscatto personale”, ma diventa un’occasione per affrontare il passato ed imparare a comprenderlo per meglio vivere il futuro. Con uno stile ritmato, essenziale e profondo al tempo stesso, il regista ci racconta tre storie legate dalla stessa “ruota della fortuna”, una ruota panoramica dove i nostri interpreti vivono la propria vita salendo e scendendo continuamente, ognuno nel proprio spazio, con qualche colpo di vento più o meno forte, pronto a far vacillare il posto dove siedono. La vita le fa girare dal basso verso l’alto e viceversa, strette nelle loro cabine (nelle loro vite) della ruota, Meiko, Nao e Natsuko pensano al loro passato, al presente ed al futuro: vivono queste tre esperienze caratterizzate dal bene inaspettato e dal male inevitabile, soffrendo per la crudeltà della vita, ma capendo come trarre la forza dalle più inattese e piacevoli sorprese casuali del destino.
Silvio Gobbi