Un’importante mostra su Allegretto Nuzi è stata allestita nella Pinacoteca civica di Fabriano
di Alberto Pellegrino
Nella Pinacoteca civica di Fabriano si è inaugurata il 14 ottobre 2021 e resterà aperta fino al 30 gennaio 2022 la mostra Oro e colore nel cuore dell’Appennino dedicata all’opera pittorica di Allegretto Nuzi, un pittore fabrianese nato nel 1315 c., che si è formato in Toscana e ha lavorato nella sua città natale dal 1347 fino al 1373, anno della sua scomparsa.
Nella mostra, curata da Andrea de Marchi e Matteo Mazzalupi, sono esposte oltre trenta opere (con undici tavole provenienti da musei stranieri): si tratta di polittici di grandi dimensioni, altaroli per il culto privato e dipinti su tavola, tra cui la Madonna dell’Umiltà proveniente dalla Pinacoteca civica di San Severino. Del circuito espositivo fanno parte anche i cicli di affreschi conservati nelle chiese fabrianesi di Santa Lucia Novella, San Venazio (la tribuna), San Domenico (nella cappella di San Michele e Sant’Orsola, nella sacrestia), nei quali Nelli ha saputo coniugare grandiosità, immediatezza narrativa e cura dei dettagli.
Il Nelli ha mantenuto sempre uno stretto contatto con i migliori pittori fiorentini suoi coetanei come Andrea e Nardo di Cione e gli Orcagna, con Puccio di Simone che ha portato a lavorare con sé tra il 1353 e il 1354.
Dopo essersi formato a Siena e a Firenze, Nelli ritorna a Fabriano intorno al 1347 a causa della peste e rimane attivo nella Marca centrale, da Fabriano a Macerata. La maggior parte delle opere di Allegretto, firmate e databili con sicurezza appartengono all’ultima decade della sua vita (1363-1373). Una particolare importanza assume la Madonna dell’Umiltà, la tavola conservata nella Pinacoteca comunale di San Severino che reca la firma di Allegretto e la data 1366. Secondo il Venturi questa tavola ha costituito il modello per la maggior parte delle opere di Francescuccio Ghissi e, insieme ad altri due dipinti ugualmente datati e autografati, il polittico di Apiro (1366) e il trittico di Macerata (1369), essa appartiene alla produzione più matura di Allegretto, perché in questa opera il pittore ingentilisce le forme attraverso un linguaggio più lineare e decorativo che rende le figure maggiormente semplificate. L’ultima sua opera datata è la tavola del 1372 raffigurante una Madonna in trono, conservata nella Galleria Nazionale delle Marche nel Palazzo Ducale di Urbino.
“Forte della sua educazione toscana – scrive Andrea de Marchi – il Nuzi esercitò un’influenza enorme, fra Umbria e Marche, in sodalizio con il conterraneo ed emulo Francescuccio di Cecco, importando un linguaggio pacato e monumentale, maturato con la tenerezza espressiva dei Lorenzetti a Siena e con i volumi accarezzati di giotteschi fiorentini come Maso di banco e Bernardo Daddi. Allegretto introdusse nelle Marche tipologie ancora ignote di complessi polittici e squisiti altaroli per devozione individuale. Nelle iconografie fu innovatore, contribuendo alla diffusione della Madonna dell’Umiltà in are adriatica, piegando le storie della Passione a interpretazioni originali e toccanti”.
Alla mostra fabrianese è collegata anche l’esposizione di Gubbio, curata da Andrea de Marchi e Maria Rita Silvestrelli e dedicata a Ottaviano Nelli, considerato un maestro del gotico internazionale insieme ai sanseverinati Lorenzo e Jacopo Salimbeni.
La mostra è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 13, dalle 15 alle 18. Il biglietto d’ingresso è di 5 euro, di 4 euro per gli over 65, di 3 euro per gli under 18 e di 4 euro per gruppi con più di 20 persone. E’ previsto l’ingresso gratuito per portatori di handicap e loro accompagnatori, per i giornalisti e per i bambini al di sotto dei 6 anni. Il catalogo della mostra è stato pubblicato dalla Silvana Editoriale.