C’è anche la foto di Elcito fra quelle del libro “Le Belle addormentate” di Antonio Mocciola. Le pagine offrono un vero e proprio viaggio per immagini tra paesi abbandonati e decadenti, eppure pieni d’atmosfera. Le stesse località sono presentate anche nella rubrica Viaggi del Corriere.it.
Elcito si può ammirare andando a vedere il link: http://viaggi.corriere.it/foto-gallery/viaggi/weekend/arte-e-cultura/15_maggio_04/italia-perduta-borghi-fantasma-8eb91268-f241-11e4-88c6-c1035416d2ba.shtml?photo=8#center.
“In questo borgo della montagna marchigiana sono rimasti a vivere solo in sette – si legge nella didascalia, anche se in effetti i residenti registrati all’Anagrafe del Comune sono tre sole donne –. Un camioncino una volta a settimana porta i rifornimenti di generi alimentari agli abitanti, mentre la scuola è chiusa dal 1972. Arroccato su un cucuzzolo, aveva il compito di difendere la vicina abbazia di Valfucina, mentre oggi tiene duro per non scomparire”.
Di recente la suggestiva località ha anche ospitato la rassegna “Elcito, qui le stelle sono più vicine”, un’occasione per mostrarsi e farsi conoscere e, soprattutto, per far tornare i suoi abitanti ad aprire le vecchie case a turisti e visitatori per due serate speciali. Claudio Cicconi, autore della breve pubblicazione “Alla scoperta di Elcito”, ricorda che Elcito sorge su uno scoglio alto e dirupato a 821 metri di altezza, sito alle falde del monte San Vicino.
“La sua ubicazione fa agevolmente intuire che in passato è stato un castello, conservando la località aspetti inconfondibili di una rocca medioevale, pur restando poche le tracce di fortificazioni, quali mura o torri. Come per l’abbazia di Val Fucina, anche del castello di Elcito – conclude poi Cicconi – restano pochi avanzi: qualche traccia di mura e, verso oriente, la porta arcoacuta costruita in pietra corniola verso il XII secolo”. L’appuntamento, quassù, è il 16 agosto di ogni anno per la tradizionale festa di San Rocco.