Sono iniziati con l’arrivo della “bella stagione” i lavori di ricostruzione e restauro dell’antica chiesa della Madonna della Còna, la piccola edicola, costruita nel XVI secolo, posta sull’antico confine tra Norcia e Visso oggi territorio di Castelsantangelo sul Nera (bisogna ricordare, infatti, che Castelsantangelo sul Nera fino al 1911 non era Comune autonomo ma una delle 5 Guaite di Visso, chiamata Guaita Montanea), a 1.500 metri di altitudine. La chiesa prende il nome dall’immagine mariana al suo interno e la tradizione vuole che la sua costruzione sia riferita alla vittoria di Visso nella battaglia contro Norcia nel 1522. La prima domenica di luglio è possibile assistere all’arrivo delle processioni provenienti dalle città di Castelsantangelo sul Nera e Castelluccio di Norcia e alla successiva funzione religiosa.
Grazie alle sezioni Cai di Macerata, San Severino e Camerino, nel corso di Macerata Opera Festival è stata promossa una raccolta fondi per la ricostruzione della chiesa, praticamente distrutta dal sisma del 2016. Inoltre, su proposta dell’allora sindaco di Macerata, Romano Carancini, l’Assemblea dei Comuni soci del Cosmari srl decise di intervenire finanziando con 125 mila euro il progetto.
Più enti, aziende e tanti volontari per il recupero di un monumento simbolo dei Monti Sibillini che unisce un territorio a cavallo tra due regioni, Marche Umbria, da sempre punto di incontro per viandanti, pellegrini e amanti della montagna e punto di riferimento per le comunità di Castelsantangelo sul Nera e di Castelluccio.
Il progetto a cura dell’architetto Luca Maria Cristini, dell’ingegnere Romualdo Mattioni e del geologo Fabio Facciaroni, che hanno prestato gratuitamente la loro professionalità, prevede il restauro con parziale ricostruzione e risanamento conservativo della chiesa-rifugio della Madonna della Còna. Si sta intervenendo in maniera compatibile con l’originaria tecnologia edile nelle porzioni recuperabili, mentre per quanto riguarda le parti distrutte dal terremoto, si stanno utilizzando tecniche costruttive e materiali analoghi agli originari. L’unica eccezione si avrà nella realizzazione della nuova struttura a botte, anch’essa del tutto crollata, per la quale in luogo al materiale lapideo costitutivo dell’originale struttura, verranno impiegati elementi laterizi, essendo le parti originarie non più utilizzabili.
Quindi tutte le scelte progettuali prendono spunto dai rigorosi criteri dettati dalle regole del restauro filologico, a parte la proposta di riproposizione – seppur con materiali diversi da quelli della tradizione, proprio per segnalare che si tratta di un intervento contemporaneo – di un campanile a vela sul fronte posteriore dell’edificio, in sostituzione del palo che attualmente sorregge la campana. Si prevede un costo finale di circa 150 mila euro, finanziati – oltre che dal Cosmari – con fondi Cai, con fondi raccolti al Macerata Opera Festival e con singole donazioni.
I lavori sono stati affidati, lo scorso novembre, all’Impresa Lapucci Gino srl di Pieve Torina.
Si sta lavorando con grande attenzione e impegno affinché si possa concludere l’intervento per il prossimo 4 luglio 2021, quando si celebra, come tutti gli anni, la Festa della Madonna della Còna. Sarà l’occasione per riconsegnare e inaugurare la chiesa ricostruita con una processione, con la celebrazione di una santa messa e con momenti di festa con degustazioni e piccoli concerti.