E’ un dovere civile celebrare la festa nazionale del 25 aprile 1945 soprattutto per ricordare ai più giovani, i quali non hanno vissuto per loro fortuna il dramma della guerra e della Resistenza, che quel giorno l’Italia ha ritrovato la propria dignità e il proprio onore, ma soprattutto ha riconquistato il dono prezioso della libertà dopo gli anni della dittatura fascista.
Per ricordare questo evento, che sta a fondamento della nostra Costituzione repubblicana, abbiamo scelto i versi di un grande poeta come Alfonso Gatto (1909-1976) e di Ugo Ronfani (1926-2009), un altro importante poeta, saggista e critico teatrale, autore di una bellissima composizione rivolta soprattutto alle nuove generazioni, affinché non dimentichino e non tradiscano i valori della Resistenza.
Alfonso Gatto
25 aprile
La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
“liberate l’Italia, Curiel* vuole
essere avvolto nella sua bandiera”:
tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E’ fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.
*Eugenio Curiel (Trieste, 1912 – Milano, 1945), figlio di un’agiata famiglia ebrea, frequenta prima il Politecnico di Milano, poi il corso di Fisica all’Università di Firenze, quindi nel 1932 si laurea con il massimo dei voti all’Università di Padova. Nel 1934 entra all’Università di Padova come assistente di meccanica razionale. Frequenta giovani docenti e studenti che aderiscono al Partito comunista clandestino e comincia a svolgere attività politica e sindacale, richiamando l’attenzione dell’OVRA, la polizia segreta fascista. Dopo le leggi raziali del 1938, viene espulso dall’università e continua in Svizzera l’attività politica antifascista. Torna a Milano e il 24 giugno 1939 viene arrestato a Trieste e mandato al confino nell’isola di Ventotene. Nell’agosto 1943 lascia l’isola e torna a Milano, dove diventa direttore dell’Unità clandestina, quindi è nominato Capo del Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà. Il 24 febbraio 1945, grazie ad un delatore, è riconosciuto per strada dai militi delle Brigate Nere. Vistosi identificato Curiel, tenta la fuga e si lancia di corsa attraverso Piazzale Baracca, ma una serie di raffiche lo abbattono al suolo. Gli è stata assegnata la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria come “Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana di eroismo, di amore per la Patria e per la Libertà”.
- Le formazioni partigiane sfilano a Milano
Ugo Ronfani
Questa fu la Resistenza
Questa fu la Resistenza, ragazzo.
Adunata d’ombre così silenziose
che mai ti chiederanno
perché oggi tu la porti tra i denti
come un garofano rosso.
Lascia dunque i morti
sorpresi nei calmi mattini,
lasciali nei luoghi fragili della gloria,
sotto le pietre slavate dei cimiteri.
C’è pace, ormai, dove crepitò il mitra
e briciò la ginestra. La pace dell’acqua
che racconta lo scorrere della stagioni.
Il testamento scritto dal partigiano
ora è nel sole che inonda le valli
nella bianca giustizia delle nevi.
La morte ora è una ferita rimarginata
nella corteccia dell’albero, la luce
che trafigge il bosco con gloriose lame.
Oggi è questa, ragazzo, la Resistenza:
incerta memoria di uomini
che si sentono stanchi.
Il resto è la tua storia da scrivere:
ma allora preparati un futuro
come il nostro, ai fuochi dei bivacchi,
e difendilo dagli agguati dei giorni,
dalle insidiose violenze.
E inventati una nuova canzone.