Da qualche giorno è iniziata la vaccinazione del personale sanitario in servizio all’ospedale di San Severino e dei medici di base settempedani. Fra coloro che hanno ricevuto la prima dose di “Pfizer-Biontech” c’è il dottor Agostino Ciambotti. Lo abbiamo sentito al telefono.
Dottore, quando ha ricevuto il vaccino?
“Ieri (6 gennaio; ndr) all’ospedale di Camerino”.
Come sta ora?
“Non ho avuto particolari problemi, oggi solo un leggero fastidio sul punto in cui mi hanno fatto l’iniezione”.
Cosa ha detto ai suoi pazienti?
“Che è una normale vaccinazione, come quelle che da tanto tempo facciamo per l’influenza. Non ci sono pericoli, non bisogna aver paura di farlo”.
Sarete voi medici di famiglia a procedere con la vaccinazione dei cittadini?
“Non lo sappiamo con certezza, da parte nostra c’è la disponibilità, ma non sono state ancora comunicate le modalità di vaccinazione della prossima fase, che dovrebbe riguardare la popolazione più anziana e a rischio. Per ora è in atto la campagna che riguarda il personale sanitario”.
Quali potrebbero essere gli ostacoli?
“Bisognerà capire innanzi tutto quale sarà il vaccino disponibile nel momento in cui saremo chiamati in causa pure noi medici di famiglia, perché quello di Pfizer-Biontech ha un problema di conservazione a bassissime temperature e la sua gestione richiede delle precise attenzioni. Non è così semplice poterlo somministrare in ambulatorio, ci sono delle limitazioni”.
Ma, dal suo osservatorio, cosa pensa la gente del vaccino?
“Riscontro una titubanza sconcertante. Non riesco proprio a capire questo atteggiamento di diffidenza: personalmente in tanti anni di professione non ho mai visto un virus così aggressivo come il Covid e in questo momento solo il vaccino può aiutarci a liberarcene. Scienza e medicina hanno raggiunto un traguardo straordinario in poco tempo… Magari non sappiamo quanto tempo durerà l’immunizzazione, ma credo che sottoporsi alla vaccinazione sia un atto di giusta responsabilità e di amore per se stessi e per il prossimo”.
m. g.