Sean Connery è deceduto oggi, 31 ottobre, all’età di novant’anni. Nato ad Edimburgo, è stato uno dei più noti e versatili attori della storia del cinema. La sua carriera ebbe una grande svolta nei primi anni Sessanta, quando venne scritturato per interpretare il più famoso agente segreto del mondo: James Bond, nome in codice 007, nato dalla penna di Ian Fleming. Grazie al suo talento e al suo costante lavoro attoriale, non si fermò a Bond, ma proseguì la sua carriera, addentrandosi in ogni possibile ruolo, dando così uno slancio fondamentale alla sua vita artistica, lavorando con famosi registi come Alfred Hitchcock, Sidney Lumet, Steven Spielberg, Terry Gilliam, Gus Van Sant, Jean-Jacques Annaud, Brian De Palma e molti altri. È sempre stato all’altezza delle sue interpretazioni, sia come protagonista che come personaggio secondario: ha accettato i ruoli più differenti senza mai essere superficiale nelle interpretazioni, lavorando sempre con serietà e spontaneità.
Così ha lavorato Sean Connery, lui come molti altri attori del passato: dalla gavetta teatrale alla pellicola cinematografica, dimostrando una costante e crescente passione per la recitazione fino alla meritata fama. Versatile è uno degli aggettivi a lui più calzante, perché ha saputo dare carattere ad ogni suo personaggio. Dall’agente di 007 al padre di Indiana Jones in Indiana Jones e l’ultima crociata (Steven Spielberg, 1989), ha cambiato continuamente ruolo, senza legarsi mai ad un abito unico, senza rimanere ancorato a quei “ruoli-gabbia” dove molti attori finiscono per passare tutta la loro carriera. Il premio più prestigioso da lui ottenuto (oltre ai Golden Globe e BAFTA) è l’Oscar come “Migliore attore non protagonista” nel 1988, per il film Gli intoccabili (Brian De Palma), nel ruolo di Jimmy Malone.
Ma Sean Connery non è diventato un punto di riferimento della storia del cinema grazie ai premi: i premi capitano, la qualità, invece, si ottiene sempre con il duro lavoro, a prescindere dai prestigiosi riconoscimenti ottenibili. Ed è proprio quello zelo ad aver portato Connery a dar vita ad una lunga serie di personaggi iconici: lo scrittore William Forrester di Scoprendo Forrester (Gus Van Sant, 2000), Guglielmo da Baskerville de Il nome della rosa, diretto da Annaud (1986, tratto dal romanzo di Umberto Eco) e tanti altri ancora. Ora ha finito il suo percorso tra di noi, ma sarà sempre ricordato come Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez, un “Highlander”, con l’acutezza del francescano Guglielmo, l’onestà di Malone e la sicurezza di Bond: nessuno dimenticherà mai i suoi distinti ed “intoccabili” personaggi.
Silvio Gobbi