Terzo appuntamento, giovedì 9 luglio alle ore 21.30, con la rassegna estiva “Una piazza da cinema”: Toy Story 4, di Josh Cooley.
Quarto film della saga Toy Story, nata nel 1995 negli studi Pixar e distribuita dalla Walt Disney: un pezzo di storia dell’animazione. In questo ultimo capitolo, il pupazzo-sceriffo Woody, il ranger spaziale Buzz Lightyear e tutti gli altri giocattoli una volta di proprietà di Andy, vivono con Bonnie (ormai Andy è grande, studia al College). La bambina va all’asilo ed è molto timida. Per vincere la timidezza, si costruisce un giocattolo da sé, usando una forchetta ed altri accessori trovati nella spazzatura: lo chiama Forky. Il pupazzo prende vita ed entra nel gruppo di giocattoli della bimba. Quando Bonnie parte con i genitori per una vacanza, si porta tutti i giocattoli, compreso il nuovo arrivato. Ma Forky, in crisi esistenziale tra l’essere spazzatura e l’essere giocattolo, scappa via durante il viaggio. Woody va a recuperarlo, ma salvarlo sarà un’avventura: Woody rincontrerà la sua vecchia fiamma, la bambola Bo Peep, ed insieme a Buzz e a tutti gli altri dovranno vedersela con la bambola Gabby Gabby per ritrovare Forky.
Quest’opera, al di là della vicenda narrata, sviluppa due temi principali: la centralità femminile e l’assenza di una vera figura “cattiva”. Le bambole non sono più semplici soprammobili, ma vere e proprie protagoniste scaltre e capaci: Bo Peep è diventata una pastorella tosta che sa difendersi da sé e Gabby Gabby comanda molti dei giochi del negozio di antiquariato dove vive. Gabby Gabby, inoltre, incarna l’assenza di un vero e proprio cattivo. Il concetto di villain viene cancellato, nessuno dei personaggi è catalogabile come negativo: ognuno è positivo, a modo suo. Chi, apparentemente, sembra malvagio, in realtà cerca soltanto di migliorare la propria vita di sofferenze: anche i giocattoli penano ed hanno bisogno di supporto psicologico. Riuscite gag e nuovi personaggi divertenti (tra tutti, Forky): un lavoro che sa intrattenere bene grandi e piccoli, premiato con l’Oscar “Miglior film d’animazione”.
Silvio Gobbi