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Le otto montagne
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“Le otto montagne”, di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch

Chi è più saggio? Chi viaggia perennemente, ovunque, alla ricerca di sé, o chi accetta le proprie radici e rimane ben piantato nel luogo dove è nato e cresciuto? Questa è la domanda fondamentale delle vite di Pietro e di Bruno. Pietro proviene dalla città, taciturno ed irrequieto, sempre in movimento, Bruno invece è un vero montanaro, tosto e caparbio, legato alla sua terra. La loro amicizia, nata durante le vacanze estive in montagna del giovanissimo Pietro, si tronca durante l’adolescenza per poi riprendere una volta adulti, fino a sviluppare un rapporto fraterno solido come le montagne che circondano ed accompagnano per tutta la vita i due protagonisti.

Le otto montagne è il nuovo film diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Cognetti; l’opera è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2022 ed ha vinto il “Premio della giuria” (ex aequo con EO, di Jerzy Skolimowski). Van Groeningen e Vandermeersch raccontano una storia di amicizia e fratellanza, costellata da dolori covati in silenzio: entrambi i protagonisti sono attanagliati, in modalità differenti, da una profonda inquietudine che li conduce ad affrontare diversamente i propri fantasmi. Fantasmi quasi evanescenti ma, al contempo, innegabili, capaci di emergere tramite una graduale e flemmatica regia. La macchina da presa segue i protagonisti con lo stesso passo che un uomo tiene nel camminare tra le montagne innevate, un’andatura precisa e ponderata, senza alcuna fretta: così facendo, i registi vogliono rappresentare il progressivo e granitico legame tra i due stessi protagonisti e quell’ambiente di montagna, impermeabile alla frenesia umana, che li circonda lungo la loro complessa esistenza.

Pietro e Bruno sono interpretati, rispettivamente, da Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Marinelli e Borghi sanno come calarsi nei loro ruoli, ed è ormai la seconda volta che interpretano le parti di due “amici-fratelli” dal rapporto inossidabile (la prima fu nel 2015, nel film Non essere cattivo di Claudio Caligari). E, ancora una volta, questi attori danno vita a dei memorabili “amici-fratelli” uniti da uno spirito tortuoso ricco di sorprese ed ostacoli: un percorso, in questo caso, che ha luogo tra le montagne magnifiche e spietate, dove regnano la riflessione ed il silenzio, assumendo tonalità fuori dal tempo e dalla nostra quotidianità.

Silvio Gobbi

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