Ammonta a mezzo milione di euro l’importo per gli interventi di messa in sicurezza dell’abbazia di Sant’Eustachio in Domora che il Segretariato regionale per le Marche del Ministero per i beni e le attività culturali, a firma dell’architetto Corrado Azzolini, ha ufficializzato nell’ambito di una collaborazione avviata con i tecnici del Comune di San Severino e che finalmente, dopo anni di attese, tenterà di salvare dal degrado uno degli insediamenti eremitici più antichi e significativi dell’Appennino centrale. Le opere saranno possibili grazie alla destinazione di una quota dei fondi post terremoto 2016.
“Questa è la risposta che il Comune, grazie alla Soprintendenza e al Mibac, potrà dare a un’emergenza ormai decennale”, ha detto il sindaco Rosa Piermattei, ringraziando il Segretariato regionale del Mibac che ha compreso come fosse necessario un intervento urgente per garantire la tutela del luogo.
Il complesso monastico di Sant’Eustachio, incastonato sulla parete rocciosa a strapiombo sulla gola, è precedente al decimo secolo. L’abbazia fu abbandonata nel 1393. Nonostante alcuni interventi di restauro realizzati nel XVI e nel XVIII secolo, le sue condizioni sono progressivamente peggiorate nei decenni. Le opere più recenti, risalenti al 1964, hanno tentato di arrestare il degrado e prevenire i dissesti che sono comunque proseguiti, anche a causa dei terremoti fino a quello del 2016. “Ad oggi – viene spiegato nella proposta di intervento – è concreto il rischio di perdita completa del manufatto a seguito di eventi calamitosi anche di modesta entità, per cui un intervento conservativo è realmente improcrastinabile”.
Assieme all’Unione montana, il Comune di San Severino ha deciso di procedere con altre azioni concrete di valorizzazione dell’intera Valle dei Grilli, in cui l’abbazia di colloca.
“Questo bene monumentale – ha sottolineato il sindaco – non era mai stato inserito in alcun programma di finanziamento di interventi ordinari né straordinari. Nel progetto, oltre al restauro, si prevede anche la realizzazione di strutture come laboratori di scultura e un piccolo auditorium. Le potenziali ricadute saranno significative per San Severino e per la sua comunità, dal momento che l’abbazia di Sant’Eustachio in Domora è stata da sempre interessata dal passaggio dei pellegrini in cammino sulla via Lauretana”.