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La copertina del libro
La copertina del libro

Cristini presenta a Comiziano il libro su San Severino e lancia l’idea di una mostra

Giovedì 5 settembre l’architetto Luca Maria Cristini sarà a Comiziano, in Campania, per presentare il suo libro su “San Severino Vescovo di Settempeda. Santità, leggenda e iconografia”. L’iniziativa (ore 20.30) si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per il patrono che è proprio il “nostro” santo Severino. Tant’è che, come noto, i due Comuni sono da tempo gemellati per questo legame storico-spirituale. Alla presentazione del volume è previsto anche l’intervento del vescovo di Nola, mons. Francesco Marino; seguirà il concerto del Gruppo mandolinisti napoletano.

Nel frattempo, lo stesso Cristini ha lanciato sulla sua pagina Facebook l’idea di realizzare “una mostra di minimo impegno economico su San Severino Vescovo nella Pinacoteca comunale”. Così spiega la sua proposta.

“Sarebbe un bel modo per valorizzare il nostro patrimonio culturale e allo stesso tempo onorare la memoria del nostro Santo Patrono Severino. Si potrebbe allestire nella Pinacoteca comunale di San Severino Marche ove sono già nelle collezioni permanenti almeno cinque tra i più illustri dipinti che contribuiscono a costituire il corpus iconografico del santo dal Trecento alla fine del Settecento: i polittici di Paolo Veneziano, Vittore Crivelli, Niccolò l’Alunno, il bel dipinto di Biagio Puccini e lo stendardo della città, opera del 1792 di Emidio Turriani.

A questo nucleo di opere già stabilmente esposte in Pinacoteca, a cui vanno aggiunti il paliotto di Giulio Lazzarelli e la formella lignea degli Acciaccaferri, si potrebbero affiancare altre nelle sale attrezzate per mostre al piano terra. Alcuni di questi dipinti sono quasi per nulla noti e attualmente sono relegati in depositi o nelle molte chiese chiuse talvolta da anni per inagibilità. Si potrebbero esporre la pala d’altare di Cipriano Divini della cappella Puccitelli in Duomo vecchio e quella meno nota della chiesa di San Francesco di Paola, la pala della chiesa di Carpignano, attualmente nei depositi comunali e i due dipinti di Illuminato Fiorani che sono rispettivamente nella chiesa della Pieve e nel deposito diocesano del palazzo vescovile. Di qui potrebbe anche fare la prima sua pubblica uscita dopo oltre cinquanta anni il rutilante polittico Servanzi dipinto dal Bigioli nel 1852 e restaurato di recente. Sono certo che le Sorelle povere di Santa Chiara non vorranno negare il prestito del piccolo dipinto devozionale di Lucio Tognacci in loro proprietà, sconosciuto ai più, e non ci possano essere particolari difficoltà ad esporre il dipinto sipario relegato nella sagrestia della chiesa di San Filippo, ormai chiusa da molti anni.

Poterebbe essere allestita, nella sala più interna del piano terra, anche una mostra delle calcografie che raffigurano il santo settempedano e, chissà, anche il busto d’argento seicentesco al quale quasi tutte sono debitrici dal punto di vista iconografico. Ai piedi del busto, dopo quasi duecento anni d’oblio, si potrebbe poi anche proporre alla visione dei cittadini e degli studiosi, l’originale basamento ligneo del prezioso reliquario, dimenticato in deposito dal 1828, allorché fu sostituito dall’attuale nuvolaglia in argento.

Ecco, in fondo una modesta operazione, esempio di come con un limitatissimo impegno finanziario e con una stretta collaborazione tra enti civili ed ecclesiastici si potrebbe realizzare da un lato una mostra inedita, stimolante per chi non conosce l’evoluzione dell’iconografia del vescovo San Severino e allo stesso tempo promuovere le visite nella nostra pinacoteca comunale, che ultimamente sembra caduta nel dimenticatoio. Si tratta dell’unico museo d’arte aperto nel cratere, completamente dimenticato e lasciato al di fuori di quel ciclo di mostre che sono andate e andranno a valorizzare l’arte di territori colpiti dal sisma”.

 

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