Il 3 giugno si è spenta al monastero delle Clarisse di San Severino suor Maria Gerarda Calcabrini, nata il 29 dicembre 1922 nella frazione dei Biagi in una famiglia numerosa e di grande fede. E’ entrata in monastero il 2 febbraio 1945 e ha vestito l’abito delle Sorelle Povere di Santa Chiara il 25 febbraio 1946. La sua professione temporanea è avvenuta il 16 aprile 1947, quella solenne il 2 aprile 1951.
I 74 anni vissuti in monastero rappresentano qualcosa di straordinario. E Il Settempedano pubblica volentieri il ricordo che le Sorelle Clarisse hanno di lei.
“Sr. Maria Gerarda ci lascia la preziosa eredità di una vita sazia di giorni e di gioia, una lunga e intensa vita, interamente spesa alla sequela del Signore, al servizio della comunità e della Chiesa, nella vocazione clariana che ha vissuto in pienezza. La nostra fraternità rimane segnata dalla sua testimonianza di gioia: ognuna di noi ha potuto vedere in lei una sorella contenta, un’anziana gioiosa, una clarissa entusiasta della sua vita consacrata al Signore. Sr. Gerarda è stata, in mezzo a noi, una testimone e un segno di gioia. Ci ha raccontato la gioia della vocazione, vissuta in umiltà e letizia, sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi. Cuoca storica della comunità, ha servito con amore le sorelle. Presenza fissa e costante in laboratorio, era vera specialista dei lavori all’uncinetto: specialmente negli ultimi anni, trascorreva le sue giornate a preparare centrini e ogni sorta di lavori in vista della festa della riconoscenza, la nostra festa di comunità che lei preferiva e aspettava per tutto l’anno. Ha custodito la gioia del vangelo nella fedeltà quotidiana alla relazione con il Signore, vissuta nell’ascolto della Parola, nella liturgia, in una preghiera personale intensa e costante. Fino a poco tempo fa, benedetta anche dal dono di una salute discreta, non ha mai fatto mancare la sua presenza in coro, il suo ringraziamento per una liturgia ben curata, la sua voce nell’incessante lode del Signore. E guai se non aveva il libretto dei canti e se non poteva fermarsi alle prove di canto! Capitava di vederla in coro, col rosario in mano oppure intenta a leggere la Parola del giorno, sempre fedele ai tempi di meditazione e alle sue personali devozioni e preghiere. Ha testimoniato, in mezzo a noi, la gioia della vita fraterna: desiderava essere presente ai momenti di vita comunitaria, a cui ha sempre partecipato attivamente. Amava i momenti semplici e quotidiani come la ricreazione, e quelli importanti e impegnativi come la risonanza sulla Parola o gli incontri di formazione. Non saltava mai una lezione e ascoltava volentieri una conferenza, anzi spesso era lei che teneva il passo: “Non vi ricordate che oggi parla p. Ferdinando a Radio Maria? Bisogna accendere!”. Ha sempre avuto un rapporto speciale con le sorelle più giovani per il suo carattere allegro e vivace: si stava volentieri con lei perché amava lo scherzo ed era pronta alla battuta, apprezzava una serata di gioco e un film divertente. Aveva però anche una spiccata e profonda sensibilità che a volte le ha causato sofferenza, che condivideva con la madre o con le sorelle con cui aveva maggior confidenza. Ha conservato la gioia di un cuore giovane e vivace: basti pensare che si è convinta a dormire in infermeria solo dopo il terremoto di tre anni fa, dopo anni di tentativi! Il suo spirito giovane, aperto alla novità, pieno della vitalità del vangelo è il prezioso insegnamento che ci lascia e che rimane con noi”.
Madre Rosella Chiara e Sorelle