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Il nuovo gruppo dirigente di Confindustria Macerata
Il nuovo gruppo dirigente di Confindustria Macerata

Confindustria: Oliviero Rotini nella squadra del neopresidente Guzzini

Domenico Guzzini, neo presidente di Confindustria, ha presentato la sua squadra e le linee programmatiche che interesseranno il suo mandato (2020-2023) dopo la presidenza di Gianluca Pesarini. Al suo fianco ci sono i vicepresidenti Michele Paoloni (delegato all’internazionalizzazione), Sandro Parcaroli (delega alla digitalizzazione), Carlo Resparambia (delega alla ricostruzione post-sisma) e Fausto Pigini (delega alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione); i consiglieri Paolo Carlocchia, Sauro Grimaldi, Claudio Cioli, Perandrea Farroni, Federico Maccari, Luca Paoletti, Matteo Piervincenzi e Oliviero Rotini, Ceo dell’azienda Simeg marmi di San Severino.

«Contaminazione, condivisione, sistema e inclusione sono le parole chiave del mio mandato – ha esordito Guzzini -. Il modello marchigiano era un’eccellenza non solo nazionale ma purtroppo, ad oggi, la situazione non è più questa e stiamo subendo una sorta di rallentamento. A influire sono stati certamente dei fattori importanti; primo tra tutti il sisma, poi la crisi di Banca Marche e, oggi, l’emergenza legata al Coronavirus. La volontà ovviamente è quella di reagire e di dare un senso di positività al territorio».

Resparambia, da parte sua, ha sottolineato il bisogno di «credere nel lavoro di gruppo e nella cooperazione». A lui anche la “difficile” delega alla ricostruzione post-sisma. «Siamo al quarto commissario dopo tre anni e mezzo e ci troviamo davanti a delle difficoltà desolanti dato che in questi anni non c’è mai stato un interlocutore che ci abbia ascoltato per più di un anno. Il problema maggiore è quello della ricostruzione pesante privata che è al minimo; proprio per questo è necessario costruire un tavolo disciplinare che affronti questa emergenza dato che oggi, a causa del Coronavirus, stiamo passando, nuovamente, in secondo piano».

Guzzini si è poi focalizzato sui danni all’economia e alle imprese che l’emergenza legata al Coronavirus ha inevitabilmente avuto. «I buyers a livello europeo non vogliono più riceverci – l’allarme del presidente -. L’Italia oggi è vista come portatore di peste e ho ricevuto dei messaggi da collaboratori che lavorano all’estero che fanno piangere il cuore. In questo modo diventa molto difficile per le aziende andare a vendere il Made in Italy. Un’azienda che lavora nel commercio online ha avuto una disdetta del 50%: è una follia. Ovviamente noi continueremo a essere positivi e a combattere questa situazione dato che non solo le imprese ma anche il comparto alimentare e quello turistico stanno facendo i conti con quanto sta accadendo».

 

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