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Eustachio Divini nell'opera di Mariano Piervittori in sala consiliare
Eustachio Divini nell'opera di Mariano Piervittori in sala consiliare

La Sala consiliare opera del pittore Mariano Piervittori

Ricorrenze storiche. La Sala consiliare opera del pittore Mariano Piervittori

di Alberto Pellegrino

Ricorre quest’anno il secondo centenario della nascita di Mariano Piervittori (Tolentino 1818-Perugia 1888), un artista marchigiano che lavora soprattutto in Umbria e che può essere considerato un protagonista di una pittura divisa tra Purismo e Romanticismo (cfr. Alessandra Migliorati, Mariano Piervittori. Pittore dell’Italia Unita, Edizioni Orfini Numeister, Foligno, 2010).
Mariano Piervittori nasce a Tolentino il 16 dicembre 1818 da Vincenzo e Anna Belforti e dall’atto di battesimo, conservato presso la Cattedrale di San Catervo a Tolentino, si apprende che i suoi genitori sono originari di San Severino Marche, dove un certo Pasquale Piervittori ha una bottega di maniscalco. Quindi si può desumere che Mariano sia l’ultimo nato di una famiglia di artigiani.
Dopo sette anni di appartenenza al Regno d’Italia, le Marche sono ritornate sotto lo Stato Pontificio, vivono una difficile situazione politica e soffrono di gravi dizioni economiche che hanno con ogni probabilità indotto la famiglia Piervittori a trasferirsi da Tolentino alla vicina Foligno, dove il giovanissimo Mariano compie i primi studi per poi iscriversi nel 1834 all’Accademia di Belle Arti di Perugia. Nel 1837 il giovane artista si trasferisce a Roma per completare la sua formazione e questo soggiorno si protrae probabilmente per lungo tempo, poiché la data certa del suo ritorno a Foligno è il 1852, quando esegue diversi dipinti e lavori di restauro.
Negli anni Settanta e Ottanta il Piervittori è impegnato in numerosi lavori per la committenza pubblica e privata, realizzando in Umbria tutta una serie di opere importanti per dimensioni e qualità artistica. L’artista realizza delle opere sacre in diverse Chiese di Foligno, Perugia e Castiglion del Lago, ma svolge la mole maggiore di lavoro come pittore civile, al quale sono commissionati gli arredi pittorici di numerosi palazzi di Perugia, Montefalco, Spoleto e Orvieto, di diverse ville a Bastia Umbra, Panicale, Bevagna e Orvieto.
Per la committenza pubblica Piervittori cura l’imponente arredo pittorico del Palazzo della Provincia e della Prefettura di Perugia, del Palazzo Municipale di Foligno, dove realizza la Sala delle battaglie risorgimentali con soggetti patriottici, presenti anche nel palazzo Marignoli di Spoleto. L’artista mette in evidenza in questi casi la sua vena di autore legato a soggetti riguardanti la storia umbra e nazionale dell’Ottocento, animato da quello spirito liberale e da quella passione risorgimentale che l’hanno caratterizzato fin dalla giovinezza. Tra i suoi lavori più pregevoli, sempre a carattere storico, sono da ricordare il sipario per il Teatro “Cesare Caporali” di Panicale (1868-69), il sipario del Teatro degli Avvalorati di Città della Pieve (1869-70), la decorazione pittorica del Teatro “Francesco Torti” di Bevagna (1879), realizza infine gli arredi pittorici e il sipario del grande Teatro “Francesco Morlacchi” di Perugia (1871-74), che sono la sua opera più importante in campo teatrale.
Nel dicembre 1882 l’Amministrazione comunale di San Severino Marche approva il progetto di spesa di mille lire “occorrente per la decorazione e per il restauro” della Sala dell’Accoglienza (oggi Sala del Consiglio comunale). Per una serie di contrattempi, dovuti al completamento di altri lavori, il Piervittori inizia i lavori soltanto nel settembre 1883 nonostante le sollecitazioni che gli arrivano dal Sindaco della città. Piervittori, lavorando a tempo pieno, realizza la decorazione delle pareti, le pitture della volta e le due grandi scene storiche entro l’aprile 1884, fatta eccezione per il riquadro centrale dove l’amministrazione intende conservare un precedente dipinto raffigurante le Grazie. L’Amministrazione comunale, probabilmente per le sollecitazioni del pittore, decide in un secondo momento di sostituire la vecchia tela con un nuovo soggetto “per avere un insieme di stile, di disegno, e di merito artistico che corrisponda al resto della volta, e specialmente ai due quadri storici egregiamente dipinti nelle pareti” e il nuovo dipinto viene realizzato nel febbraio 1885.
Il Piervittori decora le pareti della Sala dell’Accoglienza con un finto loggiato sorretto da colonne alternate a pilastri angolari sulla parete che si affaccia sulla Piazza del Popolo; il loggiato sostiene una trabeazione prospettica con quattro costoloni decorati da candelabre monocrome su fondo oro, corbeilles di fiori, gli stemmi di casa Savoia e del Comune di San Severino Marche. Sulle quattro volte sono dipinti dei finti arazzi che hanno al centro quattro scene mitologiche: Il Ratto d’Europa, Il Carro di Nettuno, Galatea (la divinità marina figlia di Nereo), Anfitrite (una Nereide Regina del Mare); in tutti i riquadri sono anche raffigurati ninfe e tritoni. Nel centro della volta l’artista colloca una tela ottagonale, dove è rappresentato il Trionfo di Nettuno. Sulle due pareti laterali Piervittori dipinge, sempre al centro di finti arazzi, due grandi tele (cm. 620 X 531) con scene storiche riguardanti i due maggiori scienziati nati a San Severino Marche: nella prima è raffigurata La scuola di Bartolomeo Eustachio, il grande anatomista del Cinquecento che tiene lezione nell’Università della Sapienza di Roma; nella seconda è rappresentato Eustachio Divini che presenta il suo Cannocchiale da lui perfezionato nel 1642 al Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici.

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