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L'immagine-simbolo di Flashdance: le luci sono di Francesco Vignati
L'immagine-simbolo di Flashdance: le luci sono di Francesco Vignati

Flashdance torna in Italia con le luci di Francesco Vignati

Bari, Messina, Genova, Torino, Padova, Bologna: sono soltanto alcune delle città in cui farà tappa, fino al prossimo 31 gennaio, il musical Grease che la Compagnia della Rancia di Tolentino ripropone nel ventennale del debutto dello spettacolo stesso. Le luci portano la firma di Francesco Vignati, lighting design di San Severino, che ha curato il lavoro assieme all’umbro Valerio Tiberi.

Francesco, come sta andando la tournée di questo musical dei record?

“Questa nuova versione ha debuttato lo scorso marzo al Teatro della luna di Milano e finora, ovunque siamo andati, è stato un successo con continui ‘tutto esaurito’. All’inizio di novembre siamo stati ad Assisi, pure lì era pieno… Ora ci attendono altre tappe importanti: il 31 dicembre, ad esempio, festeggeremo il Capodanno al teatro Verdi di Firenze. Pure quella sarà una bella esperienza”.

Qual è il segreto dello spettacolo?

“La qualità è alta, ci sono attori noti e di elevato spessore. Il primo nome che mi viene il mente è quello di Guglielmo Scilla, che fra l’altro è il primo youtuber italiano. Poi è bellissimo il fatto che le musiche vengano suonate dal vivo grazie alla presenza di una grande orchestra”.

Lei, però, non è impegnato soltanto su questo fronte, giusto?

“Il mese scorso ha debuttato al Teatro Nazionale di Milano il musical Flashdance, che torna così a teatro, in Italia, grazie a una produzione di Stage Entertainment. La regia è di Chiara Noschese, mie sono le luci. Lo spettacolo è una versione 2.0, fresca, rivisitata, seppur rispettosa dello spirito degli anni ’80. Il pubblico ne è entusiasta, perché il musical rimane molto emozionante”.

Com’è nata la collaborazione con la Noschese?

“Ci siamo conosciuti ne ‘Il giorno della tartaruga’ di Garinei e Giovannini, poi abbiamo cominciato una collaborazione lo scorso anno per Footloose e Alice nel Paese delle meraviglie, adesso lei mi ha chiamato per questa nuova edizione di Flashdance. C’è stima reciproca, mi piace lavorare con lei”.

Che ne pensa del suo lavoro?

“Innanzi tutto credo che sia giusto definirlo ‘lavoro’, come ha detto, perché contrariamente a quanto si possa pensare il teatro è cultura e la cultura dà ai giovani degli sbocchi professionali importanti. Bisogna credere in ciò che si fa e poi farlo con passione: io ho iniziato a suonare da ragazzo perché mi piaceva la musica; sognavo di diventare una “rock star…” Poi ho cercato un’altra via, restando però nell’ambito dello spettacolo, perché è il mondo che mi ha sempre affascinato”.

Allora dopo cosa è successo?

“Preso il diploma di maturità all’Itis, ho seguito prima il settore dei concerti; quindi sono approdato al teatro grazie alla Compagnia della Rancia, con cui ho iniziato 15 anni fa la mia attività. Lo spettacolo di Pinocchio ci ha fatto girare il mondo, da New York alla Corea, fino all’Europa. E pian piano sono venute fuori tante altre esperienze interessanti”.

Un consiglio a chi vorrebbe fare il suo mestiere?

“Bisogna avere una passione di fondo per lo spettacolo. I ragazzi devono capire che il teatro non è Shakespeare o comunque non è solo Shakespeare; il teatro è molto di più, un mondo tutto da scoprire. E chi ha a cuore il futuro dei ragazzi deve dar loro la massima possibilità di frequentare i teatri. Il Teatro Feronia è stupendo, è lì che i giovani devono avere il loro punto di ritrovo, la loro occasione di crescita. Il viaggio nel mondo della cultura può partire da lì e portare lontano”.

Mauro Grespini

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