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Da sinistra: Gianluca Nardi e Adriano Francucci
Da sinistra: Gianluca Nardi e Adriano Francucci

Post terremoto: una croce che dà luce alla speranza

Le macerie, una croce, la luce che attraversa la porta di una casa demolita dopo il terremoto. E’ il simbolo dei patimenti causati dal sisma e, al tempo stesso, il segno cristiano della speranza. La comunità parrocchiale del “Don Orione” – rimasta senza la propria chiesa, inagibile dall’ottobre scorso – si riunisce da mesi sotto il grande tendone donato dalla Diocesi di Cremona e lì davanti, a due passi dall’ingresso, ha posto quella che potremmo chiamare la Croce del terremoto. E della speranza!

L’idea è venuta ad Adriano Francucci, una “colonna” dell’azienda Assem, ma soprattutto un infaticabile volontario in parrocchia. Ha chiesto il portoncino d’ingresso al proprietario di un’abitazione del rione Mazzini che, di lì a qualche giorno, sarebbe stata demolita perché gravemente lesionata dalle scosse. Ottenuto il “legno” dalla sfortunata ma generosa famiglia di quella casa, Adriano si è fatto aiutare da un falegname del luogo per “ritagliare” la croce nel mezzo della porta. Poi, col supporto dell’amico e cognato Gianluca Nardi, ha completato l’opera attraverso una serie di finiture a mano e l’ha collocata nell’ipotetico sagrato della chiesa-tendone. Quindi, fissata a terra in maniera sicura, ha messo attorno alla base alcune pietre provenienti proprio dal cumulo di macerie che oggi restano di quell’edificio cui era appartenuto il vecchio portone.

Cardini e serratura non sono stati tolti per conservare l’immagine di una porta che si spalanca verso la speranza. La speranza di ricostruire non solo le case, ma anche una comunità lacerata dal sisma, che ce la sta mettendo tutta per ripartire…

 

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