AMARE UN’OMBRA, SI’ SI PUO’… “Ho visto con piacere il sapere e il saper fare riuniti nella migliore delle sintesi: la cultura!”: così scrive sul registro delle presenze Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato. E poi tanti altri messaggi di visitatori entusiasti: “Scoperta meravigliosa, un Montale sconosciuto. Molto, molto interessante”. “Sorpresa inaspettata. Complimenti”. “Affascinata da una mostra splendida”. E ancora: “Con gratitudine… per averci fatto conoscere un tesoro”. “Complimenti agli organizzatori di questa mostra così importante e unica”.
Messaggi tutti positivi, che i 2 mila visitatori della mostra dedicata a Montale poeta e pittore hanno lasciato a commento della proposta culturale che l’Amministrazione comunale e l’Archivio storico tipografia Bellabarba, sfidando terremoto e post-terremoto, hanno offerto a settempedani e turisti fino allo scorso 25 giugno .
Una scommessa vinta, perché la mostra ha visto la presenza non solo di marchigiani e di persone provenienti da diverse regioni italiane, ma anche di cittadini di Paesi lontani come Stati Uniti, Argentina, Brasile o più vicini come Belgio, Montenegro, Svezia e Polonia.
Al successo hanno contribuito l’allestimento altamente simbolico delle tematiche montaliane dell’architetto Luca Maria Cristini e l’interpretazione pittorica degli Xenia dell’artista Paolo Gobbi.
Diverse personalità della cultura e del mondo politico l’hanno visitata nell’arco di questi mesi: Serge Latouche, Lorella Zanardo, Cesare Cantù, i rettori delle università di Macerata, Francesco Adornato, e di Camerino, Flavio Corradini; il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Merletti; l’onorevole Irene Manzi, gli assessori regionali Angelo Sciapichetti e Loretta Bravi, il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni e l’ex senatore Carlo Ballesi. Significativa anche la partecipazione dell’associazionismo nazionale e regionale: Pax Christi, Università per la Pace delle Marche, Touring Club Marche, Italia nostra di Osimo, Spi di Bologna, Associazione Maestri cattolici, Accademia filelfica di Tolentino e la Nazionale degli attori.
“L’ Archivio storico – dice Donella Bellabarba, promotrice infaticabile della mostra – ritiene che tale successo sia stato possibile grazie alla fattiva partecipazione e condivisone dell’ iniziativa da parte delle più diverse realtà imprenditoriali, associative e individuali di San Severino, che hanno fatto rete promuovendo concretamente questa plaquette unica nel panorama della produzione montaliana che sono gli “Xenia” di San Severino, come li definisce il professor Giorgio Zampa. E’ grazie a questo impegno collettivo che San Severino ha potuto, unico centro del cratere, offrire fin da dicembre mostra e incontri e dare concretezza, fin da subito, all’imperativo: ripartire dalla cultura dei territori, dall’identità locale in una prospettiva e visione glocal. L’Archivio storico tipografia Bellabarba ritiene doveroso quindi citare coloro che sono stati, insieme ad esso e all’Amministrazione comunale, gli artefici di questo sforzo collettivo: Petrocchi lamiere, Punto Verde, Pro loco, Movimondo, Caritas diocesana, I teatri di Sanseverino, Azienda agricola Fattoria Fucili, Azienda agricola Anibaldi Cinzia, Azienda vinicola Fattoria Colmone della Marca, Azienda vinicola Cantina degli Anibaldi, ristorante da Piero, ristorante Cavallini, Osteria da Ninetta, Palazzo Gentili, Studio 44, Studio fotografico Serini, Alef video di Fabio Grillo, gli insostituibili custodi della Pinacoteca civica, Farroni e Liuti, sempre disponibili oltre ogni orario dovuto, i dirigenti scolastici Rita Traversi, Sandro Luciani e Suor Maria Carla Pallotto che con i loro docenti hanno coinvolto gli studenti in ogni fase del progetto. Hanno creduto nella proposta, patrocinandola, anche Confartigianato Macerata e Confartigianato Marche. Una menzione speciale l’Associazione riserva allo studio grafico Kbrush di Tolentino, a Katia e Angelo che, da veri mecenati, hanno offerto gratuitamente professionalità, competenza e tante tante ore di lavoro; al dottor Daniele Salvi, al professor Roberto Mancini e all’avvocato Francesco Rapaccioni, senza il cui contributo intellettuale e organizzativo durato due anni, il progetto non sarebbe esistito”.