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Madonna della pace del Pinturicchio
Madonna della pace del Pinturicchio

In mostra ai Musei Capitolini c’è pure il “nostro” Pinturicchio

Un filo artistico unisce Perugia, Roma e San Severino Marche. Chi conosce la nostra Pinacoteca ricorderà che, accanto agli affreschi dei Salimbeni e ai polittici di Vittore Crivelli, le sue sale custodiscono anche la Madonna della Pace del Pinturicchio. Una tavola autografa, che il pittore perugino realizzò nel 1490 per l’alto prelato settempedano Liberato Bartelli. Un’opera che i critici riconoscono come straordinaria: nella composizione, nella raffinatezza della pennellata, nella bellezza serena dei volti rappresentati. Dalla Madonna della Pace sono derivate alcune opere minori custodite in altrettanti musei statunitensi.
Ma il Pinturicchio – al secolo, Bernardino di Betto Betti – è noto soprattutto per essere stato il pittore dei Borgia. Il controverso Papa Alessandro VI, padre di Cesare e Lucrezia Borgia, apprezzava le doti del Pinturicchio e gli commissionò gli affreschi delle sei stanze del cosiddetto “Appartamento Borgia”. Un’opera di rinnovo senza precedenti, che investì l’artista un notevole prestigio.
E tutto ciò cosa c’entra con San Severino? In questo momento i Musei Capitolini di Roma ospitano una mostra dedicata proprio ai Borgia e al Pinturicchio, promossa con il patrocinio di Roma Capitale e dalla Commissione permanente per la tutela dei monumenti storici e artistici della Santa Sede. “Pintoricchio pittore dei Borgia” è una galleria di volti che hanno fatto la storia di Roma, intervallati a soggetti di ispirazione cristiana. Tra questi spicca un’opera che è l’una e l’altra cosa, la famosa Madonna del Pinturicchio: si pensa che il modello fosse il volto di Giulia Farnese, giovanissima amante di Papa Borgia. Per tale motivo l’opera diede scandalo e fu dispersa in numerosi frammenti, tanto che questa è la sua prima esposizione pubblica. E in questo contesto, fra le 33 opere esposte, compare anche la nostra Madonna della Pace, che resterà a Roma fino al 10 settembre.
Una depauperazione della Pinacoteca o un’occasione di pubblicità per San Severino? I pareri saranno certamente discordi e non ci interessa dare un’opinione personale. Sta di fatto che la presenza di un’opera settempedana in una mostra tanto importante, al di là delle implicazioni, ci dice una volta di più quanto sia prezioso il nostro patrimonio artistico.

Alessandra Rossi

 

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