Non convince il punto della situazione sull’agibilità del plesso Alessandro Luzio. Venerdì 9 settembre una vera e propria folla di genitori si è raccolta nell’atrio della scuola media Tacchi Venturi, dove il sindaco Rosa Piermattei, il preside Sandro Luciani e l’ingegnere Giorgio Giorgetti hanno illustrato il livello di sicurezza dell’edificio che ospita gli alunni delle scuole materne ed elementari. L’ing. Giorgetti ha mostrato una mappatura in 3D dell’edificio da cui, secondo i parametri, emerge un buon livello di stabilità. Ma ciò non ha tranquillizzato i genitori che, comprensibilmente, desiderano la totale sicurezza per i propri figli. E i toni si sono presto fatti accesi.
Le spiegazioni del sindaco
L’intervento è stato aperto dal sindaco, che ha esposto l’iter dei provvedimenti presi negli ultimi mesi (potete leggerli più approfonditamente nell’articolo pubblicato il 7 settembre). Il 20 giugno l’arch. Pancalletti, responsabile dell’area tecnica comunale, ha sollecitato l’immediata chiusura dello stabile, in seguito alle verifiche condotte dagli ing. Carboni, Eugeni e Massacci. Tali verifiche rivelavano infatti una grave carenza strutturale del complesso scolastico. Cos’è successo allora? L’attuale consiglio, «vista l’impossibilità di realizzare il progetto di adeguamento sismico e la richiesta dell’immediata chiusura» da parte dell’arch. Pancalletti, ha contattato il dirigente della protezione civile, l’ing. Cesare Spuri.
Il 21 luglio si è tenuta una riunione in Comune alla presenza degli ing. Spuri e Achilli, degli esponenti della protezione civile, dell’arch. Pancalletti e di tutti i tecnici, compresi quelli nominati dalla passata amministrazione. Da questa riunione è stato stilato il seguente programma:
– Fare ulteriori indagini dei materiali in percorsi il cui livello di conoscenza delle caratteristiche tecniche dell’edificio sia pari ad LC3. Che significa? Che questo livello di conoscenza utilizza valori delle resistenze dei materiali più vicini al vero, meno penalizzanti.
– Effettuare delle prove di carico sui solai.
– Rifare le verifiche sismiche con altri parametri, usando coefficienti di amplificazione dei carichi portate a 1.3 anziché a 1.5 (ossia il parametro da usare nel caso di un edificio nuovo).
Nel mese di agosto sono state effettuate queste verifiche per l’indice di vulnerabilità della scuola. Tale indice non si è rivelato positivo, ma ciò non consente di dichiarare inagibile l’edificio: si tratta solo di un parametro utile alla programmazione del miglioramento sismico dell’edificio. Poi, il 24 agosto, si è verificato l’evento sismico che ha interessato il Centro Italia. «Sono stati riportati lievi danni in tutte le scuole eccetto il Luzio – ha dichiarato il sindaco – ma questo non ci tranquillizza se non capiamo come si comporta la struttura in caso di sisma con epicentro a San Severino». Visto l’allarme provocato dal terremoto – e nonostante la mancanza di danni rilevanti – l’amministrazione ha provveduto a contattare la prefettura, il dipartimento di protezione civile delle Marche, i vigili del fuoco della provincia, il provveditorato alle opere pubbliche e l’ufficio scolastico provinciale, sollecitando ulteriori sopralluoghi da parte di tecnici qualificati. Gli esiti? «Tutti positivi – ha riferito Rosa Piermattei – in alcune occasioni i tecnici hanno addirittura manifestato palese disagio, perché chiamati a verificare una situazione di totale sicurezza viste le problematiche presenti sul territorio». C’è stata poi la riunione del 2 settembre, un incontro fra i sindaci di tutti i comuni terremotati della provincia. «Ho chiesto come poter gestire la crisi del Luzio – ha raccontato il sindaco – e la risposta della protezione civile e del prefetto è stata chiarissima: se la scuola è agibile, si entra».
Le spiegazioni dell’ingegner Giorgetti
L’ingegner Giorgio Giorgetti, che ha effettuato le ultime verifiche sismiche sull’edificio, ha esposto in una breve carrellata alcuni esempi di edifici con caratteristiche simili a quelle del Luzio che, in zone più colpite dal terremoto rispetto alla nostra, hanno retto. Ha anche illustrato le gravi carenze dei materiali usati dalla scuola elementare di Amatrice rispetto alla nostra: le murature listate in malta cementizia, che costituiscono la totalità della struttura del Luzio, hanno una capacità 4 volte superiore rispetto ai muri dell’istituto Romolo Capranica. Infine ha proiettato una mappa in 3D che, avvalendosi di colori e legenda, mostra la resistenza di ogni punto della scuola in base a diversi parametri. Ne è emerso che la gran parte dell’edificio ha valori superiori al 100%, laddove la legge “si accontenta” del 60%. Gli unici punti deboli sembrerebbero essere alcuni muri della palestra, di un bagno di servizio e della mensa (quest’ultima si attesterebbe al 24% dei valori, mentre la torretta sopra l’ingresso arriverebbe solo al 45%; ndr).
Il responso?
«È un edificio su cui si può lavorare – ha dichiarato l’ingegnere – senza paura che crolli. E ricordate che in queste verifiche, per legge, aumentiamo il peso dell’edificio del 30% e diminuiamo le caratteristiche dei materiali della metà». I punti critici saranno isolati e migliorati immediatamente e gli studenti potranno svolgere le attività associate a quei luoghi in altre aree della scuola, senza – pare – particolari disagi. Il sindaco ha garantito l’immediatezza degli interventi: «Non aspetteremo che arrivino i fondi, li troveremo». C’è anche il progetto, anche se le modalità sono ben lontane dall’essere già definite, per una nuova scuola. «Abbiamo già iniziato a contattare chi di dovere. Stiamo lavorando su questo progetto da prima del sisma, che ci crediate o no: era nel nostro programma. Ovviamente ci vorrà qualche anno per trovare i soldi necessari e terminare la costruzione». Il preside ha aggiunto che lasciare gli studenti in quella scuola è, momentaneamente, la soluzione che creerebbe meno disagio. Radunarli in altre scuole porterebbe a un affollamento pericoloso e l’inizio della scuola, programmato dalla Regione per il 15 settembre, non può essere spostato: è legge.
Le opinioni dei genitori
Le rassicurazioni di sindaco, preside e tecnico non hanno tranquillizzato sufficientemente i presenti. Le maggiori preoccupazioni vertono attorno a due punti: l’insufficienza delle uscite di sicurezza e l’aggiunta, successiva alla costruzione della scuola, dell’ultimo piano. Che porta quindi le fondamenta a sopportare un peso maggiore rispetto a quello previsto. I genitori auspicano la sistemazione momentanea degli alunni in alcuni container, pena la “minaccia” di non portarli a scuola. «L’Italia è piena di container inutilizzati – hanno detto in molti – i costi non sarebbero proibitivi». Questo è un punto su cui non si è arrivati ad un parere unanime: il preside, che ha avuto modo di informarsi sui prezzi, ha spiegato – cifre alla mano – come questi siano comunque eccessivi. Altri hanno portato la loro personale esperienza: «Conosciamo realtà con costi decisamente più bassi, chi le ha fatto quei preventivi l’ha presa in giro». Il primo fra tutti ad esporre le sue preoccupazioni è stato il consigliere d’opposizione Massimo Panicari. «Non sono un ingegnere, sono un semplice tecnico – ha esordito – ma so che a questa verifica manca ancora la perizia di validazione e noi la esigiamo. Ci avete mostrato edifici simili al nostro rimasti in piedi dopo il terremoto. Non ci avete però mostrato quelli che, sempre a parità di condizioni, sono crollati. Questi esempi non mi fanno sentire soddisfatto né rassicurato. Infine, avrei apprezzato un confronto non solo con l’ingegner Giorgetti, ma anche con Carboni, Eugeni e Massacci che hanno effettuato le precedenti verifiche. Facciamo un incontro tra i consiglieri e tutti i tecnici coinvolti, nessuno escluso». La proposta più interessante, però, viene da alcuni genitori, che hanno effettuato una ricerca a tempo record e hanno illustrato le loro conclusioni con delle slide. Ad esporre è stata Laura Mattioli. «Abbiamo contattato due imprese, la Subissati di Ancona e la Piancatelli di San Severino. Entrambe hanno realizzato scuole su un solo piano, sicure, costruite secondo le attuali norme antisismiche, in meno di tre mesi. Tutte in zone soggette a terremoti. La Piancatelli, dopo il terremoto de L’Aquila, ha realizzato la scuola di Ovindoli in 32 giorni. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di cercare una soluzione alternativa durante la costruzione, se i ragazzi restano a casa per un mese non perderanno l’anno scolastico. Certo i costi sono alti: si parla di 3 milioni di euro. Ma come noi abbiamo fatto questa ricerca in una notte, certamente voi potrete trovare delle soluzioni anche migliori».
In un clima di generale tensione, insomma, il quadro emerso è questo: una generale fiducia – più volte espressa dai genitori – nel sindaco e nella nuova amministrazione, ma una preoccupazione che non riesce a trovare sollievo nelle recenti verifiche, che illustrano una situazione “abbastanza” (ma non totalmente) sicura. L’ingegner Giorgetti è certo di quell’edificio e ha cercato di tranquillizzare i genitori anche riguardo alle uscite di sicurezza. «La scuola regge, quindi se tutti rispetteranno le norme antincendio le uscite non saranno un problema: gli alunni usciranno con calma dopo un’eventuale scossa. E potranno farlo, perché l’edificio resterà in piedi». La risposta di una mamma, che possiamo considerare riassuntiva dell’opinione della folla, è stata «Non possiamo aspettare l’incidente. “Abbastanza sicuro” non è sufficiente per noi». Concludiamo con un altro intervento emerso dal gruppo dei genitori che, allo stesso modo, riassume bene le conclusioni a cui sono giunti i genitori settempedani: «Non stiamo facendo il processo a nessuno, abbiamo fiducia in voi. Se il problema sono i soldi, siamo disposti a rimboccarci le maniche per contribuire: si tratta dei nostri figli. E vedrete che, se indirete una raccolta fondi, tutti a San Severino risponderanno. Costruire subito una nuova scuola si può».
Alessandra Rossi