Sale la protesta cittadina contro la decisione della Regione di chiudere il punto-nascita di San Severino. Il Comitato per la difesa dell’ospedale si è già riunito un paio di volte nella sede dell’associazione “La tavolozza” e, registrando un nutrito numero di adesioni e sollecitazioni alla mobilitazione, ha deciso di organizzare una grande manifestazione di protesta per sabato 12 dicembre, alle ore 9.30, davanti al palazzo comunale in Piazza del Popolo. Il tam tam dell’iniziativa è già scattato sia attraverso i social network, sia con il tradizionale “passa parola”. L’obiettivo è far sentire ad alta voce le ragioni del nostro ospedale per il mantenimento della sua Ostetricia, da sempre un fiore all’occhiello per l’intero entroterra (e non solo). Tutti i cittadini, dunque, sono invitati a partecipare: ci saranno anche le telecamere della Rai e di altre tv locali. Anche il Settempedano non mancherà di dare il proprio sostegno mediatico alla protesta, perché – stavolta più che mai – non si può davvero chinare il capo di fronte a una decisione assolutamente inconcepibile.
Aggiornamento
La manifestazione si svolgerà in piazza, davanti al municipio, perché il Comitato per la salvaguardia dell’ospedale vuole far sentire l’opinione della gente anche al sindaco Cesare Martini, al vice sindaco Vincenzo Felicioli e all’Aministrazione comunale, affinché si attivino immediatamente per chiedere alla Regione, con un atto ufficiale, la deroga alla chiusura del punto-nascita in base al recente decreto del ministro Lorenzin che tutela le strutture sanitarie poste in aree interne e svantaggiate. A tal proposito è stato chiesto già dal gruppo di opposizione “Una città da vivere” anche un Consiglio comunale urgente: il tempo stringe, perché la Regione sembra intenzionata a confermare le sue volontà il prossimo 20 dicembre. “Martini e Felicioli dovranno sentire le nostre ragioni – dice Mario Chirielli, segretario del Comitato – e convincersi del fatto che il Comune deve assolutamente chiedere la deroga. Non si può accettare l’idea della chiusura, sarebbe assurdo”.
Mauro Grespini