Il Settempedano
Un flusso di visitatori continuo, anche se non massiccio, giunto a Castello il giorno dell’Epifania per contemplare e applaudire la 59^ edizione del Presepio vivente delle Marche, tornato nel suo luogo più rappresentativo, nella parte vecchia e alta del Comune da cui si può ammirare tutta la città.
Dopo la pur interessante edizione dello scorso anno, quando la sacra rappresentazione fu inscenata per le viuzze del centro storico, si è tornati all’antico per un evento partorito dalla fertile mente del sacerdote Amedeo Gubinelli nella frazione di Taccoli e continuato a più riprese nel borgo medievale di Castello al monte.
L’iniziativa, promossa dall’associazione Pro Castello, dalla Pro loco e dal Comune, è partita dall’arco di San Francesco, quindi la benedizione del bambinello nel chiostro di Castello e il canto della Pasquella diretto personalmente da padre Luciano Genga, nuovo custode del santuario di San Pacifico e parroco della chiesa di San Lorenzo.
Gli intervenuti, molti accorsi con il bus navetta messo a disposizione dall’organizzazione e condotto come di consueto dall’autista Massimo Zagaglia, indimenticato centrocampista della Settempeda, hanno ammirato la sinagoga, l’accampamento dei Magi, la corte di Erode, il corpo di guardia, la maga Caldea, i figuranti delle arti e dei mestieri di allora, fra cui anche il presidente del Comitato Rione di Contro, Stefano Stefanelli, nel ruolo di dispensatore del riscaldante vin brulé, e soprattutto la grotta della Natività.
Hanno partecipato anche l’associazione “Oltre le mura” e il Comitato del rione Settempeda.
Sotto gli occhi compiaciuti, fra gli altri, del sindaco Rosa Piermattei, della vice Vanna Bianconi, del presidente del Consiglio comunale Sandro Granata e della presidente della Pro loco, Paola Miliani, con il supporto del sacerdote vicario don Aldo Romagnoli. Pomeriggio senza la temuta pioggia e tradizione perpetuata.
Lu.Mus.
