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Home | Cultura | Feronia, applausi per la commedia del grande Eduardo
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Luca De Filippo, protagonista della commedia
Luca De Filippo, protagonista della commedia

Feronia, applausi per la commedia del grande Eduardo

Pubblicato da Mauro Grespini in Cultura 1,377 Visite

Riprende con il tutto esaurito la stagione teatrale del Feronia, con l’opera Sogno di una notte di mezza sbornia del grande Eduardo De Filippo, andata in scena domenica scorsa alle 18. L’opera, adattamento de La fortuna si diverte di Athos Setti, fu considerata dalla critica dell’epoca una delle più esilaranti della compagnia I De Filippo. Il figlio del commediografo italiano, Luca De Filippo, interpreta Pasquale Grifone, povero facchino a cui piace alzare un po’ il gomito. Quando beve troppo, però, è spesso agitato e turbato da sogni strani; una notte gli appare nientemeno che Dante Alighieri, di cui la famiglia di Pasquale possiede un busto di gesso, esposto in bella vista nel salone di casa. Il poeta, per ringraziarlo di non aver mai venduto la statua, suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, salvo poi svelargli che rappresentano il giorno e l’ora della sua morte. I numeri, ovviamente, escono e per il poveretto cominciano le pene. Solo per lui, però, perché la sua famiglia, moglie e due figli, si abitua in fretta ai soldi, alla bella vita e al lusso; poco importa se il capo famiglia sta per morire. Tra poltrone e divani leopardati, che denotano sì ricchezza, ma ben poca eleganza, la signora Filomena, una scoppiettante Carolina Rosi, dà ordini alla servitù, Arturo, il figlio grande, diventato inaspettatamente e improvvisamente intelligente, dirige un’azienda, mentre la sorella, Gina, ha trovato pure un furbo fidanzato (o finanziato, questione di poche lettere). Nell’attesa del funesto evento, don Pasquale si rende conto dell’aridità dei suoi cari e più volte esclama con amarezza “Che schifezza di famiglia”. I figli discutono dell’eredità, mentre la moglie si preoccupa di far bella figura al funerale con un abito adatto. Ma quando il pericolo sembra ormai scampato e l’ora annunciata dal sommo poeta ormai passata senza portar alcun danno, un colpo di scena riapre i giochi: sicuri che gli orologi siano stati rimessi bene?? Ecco, il finale lascia lo spettatore così, sospeso, senza chiudere, senza dare una risposta, come d’altronde fa l’esistenza umana. Tra il comico e il grottesco, la commedia diverte, fa ridere e riflettere sulla vita e sugli elementi che la compongono: affetti, sogni, speranze e anche denaro. La differenza sta nell’ordine di importanza in cui ognuno di noi sceglie di metterli.

Michela Ciciliani

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Teatri di Sanseverino 2015-01-28
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