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Home | Cultura | Haber e Boni conquistano il pubblico del Feronia
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Haber e Boni sul palco del Feronia
Haber e Boni sul palco del Feronia

Haber e Boni conquistano il pubblico del Feronia

Pubblicato da Mauro Grespini in Cultura 1,736 Visite

Gli applausi non volevano proprio cessare mercoledì 11 dicembre al Teatro Feronia, per lo spettacolo Il visitatore. All’uscita il pubblico era entusiasta, sbalordito e commosso per questa pièce, scritta da Éric-Emmanul-Scmitt, drammaturgo francese classe 1960, rappresentata in 15 lingue diverse e ripresa per la scena quest’anno dal regista Valerio Binasco. Attori strepitosi: Alessandro Haber interpreta magistralmente un vecchio e malato Freud, in preda a una crisi esistenziale, Alessio Boni nei panni di uno visitatore appunto, stravagante e istrionico. Ci troviamo a Vienna, nel 1938: da poco l’Austria è stata annessa al terzo Reich e per le strade della capitale imperversano le truppe naziste in cerca di Ebrei. Tutta la scena si svolge a casa di Freud, messa in disordine dalle perquisizioni tedesche: una libreria sullo sfondo, una scrivania e la poltrona dove il dottore fa accomodare i suoi pazienti. Quando un ufficiale della Gestapo (Francesco Bonomo) porta in carcere la figlia Anna, interpretata da Nicoletta Robello Bracciforti, Freud, ansioso e impaurito, riceve la visita di uno strano personaggio: un ladro, un malato, un pazzo? Chiunque sia, il dottore non può aiutarlo e fa per cacciarlo, quando l’uomo misterioso esce allo scoperto: è Dio. Conosce tutto di Freud: episodi della sua infanzia e della sua adolescenza, le opere che deve ancora pubblicare e soprattutto i suoi sentimenti più nascosti. I due si trovano ben presto immersi in un corpo a corpo verbale, in un dialogo serrato sulla fede, il libero arbitrio, il bene e il male nel mondo, il senso della vita. Insomma sui massimi sistemi. Il razionale Freud di fronte a Dio: niente di più strano. Il Freud che considera Dio un’invenzione degli uomini, un’illusione consolatoria, un’ipotesi, perché “è il bisogno che crea l’oggetto”, ora è in bilico, vorrebbe lasciarsi andare, vorrebbe credere, ma ha bisogno di prove. E il visitatore non ha intenzione di dargliene: la fede si nutre con la fede. Ma come si può credere in un Dio che permette il male? In un Dio che sta a guardare mentre fuori il dolore e la violenza dilagano? No; questa sembra essere l’unica conclusione possibile: se un Dio esiste o non è onnipotente o è malvagio. Un bugiardo e un impostore. A queste parole, il Dio bizzarro che era prima si fa sofferente e profetico: il Novecento sarà il secolo del male, infestato dal virus della superbia. L’uomo ha negato Dio, si è voluto sostituire a lui, ma ciò che otterrà sarà soltanto un’umanità più fragile e sola. Una sublime interpretazione quella della coppia Haber-Boni, empatica, profonda e vivace allo stesso tempo. Un testo possente, coraggioso, vero, umano che non può lasciare indifferenti.

Michela Ciciliani

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Teatri di Sanseverino 2013-12-15
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