Alessandro Haber ed Alessio Boni, con loro sul palco ci saranno anche Nicoletta Robello Bracciforti e Francesco Bonomo, saranno i protagonisti de “Il visitatore” di Éric-Emmanuel Schmitt, spettacolo inserito nella stagione di prosa de “i Teatri di Sanseverino” che viene portato in scena mercoledì 11 novembre, alle 21, in esclusiva provinciale, al Feronia. In un linguaggio estremamente chiaro il testo suscita interrogativi profondi sulla fede, sull’amore e sulla coesistenza tra bene e male. Scritto originariamente nel 1993 in francese, è stato tradotto in 15 lingue e rappresentato in oltre 25 Paesi. E’ l’aprile del 1938: l’Austria è stata da poco annessa al Terzo Reich, Vienna è occupata dai nazisti, gli ebrei vengono perseguitati ovunque. In Berggstrasse 19, indirizzo dello studio di Freud, il famoso psicanalista attende affranto notizie della figlia Anna, portata via da un ufficiale della Gestapo. Ma l’angosciata solitudine non dura molto: dalla finestra spunta, inaspettato, un visitatore che fin da subito appare ben intenzionato a intavolare con Sigmund Freud una conversazione sui massimi sistemi. Il dottore è insieme infastidito e incuriosito: chi è quell’importuno e cosa vuole? È presto chiaro che quel curioso individuo in frac non è un ladro né uno psicopatico in cerca di assistenza. Stupefatto, Freud si rende conto di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud commuove e diverte più di quanto si possa immaginare: Freud ci crede e, allo stesso tempo, non ci crede; da parte sua Dio non è disposto a dare dimostrazioni di se stesso come se fosse un mago o un prestigiatore. Sullo sfondo la tragedia del nazismo che porta Freud a formulare la domanda fatale: se Dio esiste, perché permette tutto ciò?