“Le Comunità montane o, che dir si voglia, le Unioni montane non sono soggette ai vincoli del Patto di stabilità per la spesa per cui possono farsi carico della gestione di un piano di azioni sul territorio. Serve reagire alle continue emergenze con un intervento radicale che deve essere serio e che va posto in essere al massimo entro il 2014”. Il presidente della Comunità montana di San Severino, Gian Luca Chiappa, interviene dopo l’emergenza di questi giorni che ha visto finire sott’acqua l’intera provincia. “Ho già chiamato a raccolta i sindaci del territorio, ci siamo confrontati apertamente, domenica incontreremo il governatore Spacca a Pievebovigliana. Gli enti comunitari sono gli unici in grado di gestire fondi, di intervenire subito, di mettere mano a una situazione che ogni fine settimana ci vede operare in emergenza. I Comuni, è chiaro, da soli non ce la possono fare. Sono alle prese con bilanci senza coperture, mentre le Comunità montane conoscono molto bene il territorio e possono fare da raccordo, siglando protocolli d’intesa con la Regione, la Provincia, le realtà locali e gestire da capofila, perché appunto fuori Patto di stabilità, i fondi europei”. Ma cosa serve? Ad esempio l’abbassamento dei fiumi o le opere di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico sulla base di un progetto unico perché l’acqua non ha confini geografici. Basti pensare che nei giorni scorsi, mentre il fiume Potenza straripava a Spindoli di Fiuminata, i tronchi colpivano i piloni e minacciavano la stabilità del Ponte Sant’Antonio a San Severino. “Credo che la rimodulazione dei fondi Fas – conclude il presidente Chiappa – renda possibile un intervento, in tutta la regione Marche, pari a 5 milioni di euro. Una cifra che ci consentirebbe di garantire anche un monitoraggio futuro. C’è già una legge che è pronta, mancano i decreti attuativi. Questa legge permette la sistemazione dei fiumi prevedendo, qualora fosse necessario reperire anche i fondi, lo scomputo dei materiali per pagare le ditte. Tre anni fa, come Comunità montane, siamo intervenuti utilizzando fondi messi a disposizione per ripulire gli alvei. Dove lo abbiamo fatto non ci sono stati problemi”.