Nella sede dell’Uteam, a San Severino, l’oncologa Benedetta Ferretti ha tenuto un incontro sul carcinoma del colon-retto, approfondendo diverse questioni. Nella prima parte si è parlato della storia dell’Oncologia, poi è stato messo l’accento sull’importanza della prevenzione poiché questo tumore è molto frequente: precisamente è il secondo per incidenza dopo quello alla mammella.
Dottoressa, quando e perché si può verificare questa malattia?
“Il tumore presenta un’incidenza in incremento a partire dai 60 anni, raggiungendo il suo picco intorno agli 80 anni. Invece il cancro del colon-retto diagnosticato prima dei 50 anni viene definito a esordio precoce (early onset). Esso sta emergendo negli ultimi anni, rappresentando un problema soprattutto nei Paesi ad alta industrializzazione (Stati Uniti ed Europa ad esempio) in quanto diagnosticato in fase avanzata. E’ probabilmente una conseguenza di stili di vita scorretti, come ad esempio l’utilizzo di un’alimentazione sbagliata o la mancanza di un’attività fisica costante”.
Qual è stato lo scopo dell’incontro all’Uteam?
“In Italia nel 2024 ci sono stati 48.700 nuovi casi di carcinoma del colon-retto e oggigiorno ci sono più di 500 mila persone con tale patologia. L’intento dell’incontro era quello di sensibilizzare la popolazione riguardo questa malattia, in quanto la consapevolezza del problema, l’utilizzo di uno stile di vita sano, il rispetto dello screening del sangue occulto, l’autocontrollo e la pronta osservazione medica sono delle armi fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce. Vorrei anche lanciare un messaggio positivo per chi è affetto da tale patologia in quanto oggi gli elementi di aiuto a nostra disposizione sono tantissimi. Infatti ci sono innovazioni terapeutiche e tecnologiche importanti e la ricerca procede spedita”.
Su cosa si basa la prevenzione?
“La conoscenza del problema, la riflessione, la consapevolezza sono dei punti fondamentali per la prevenzione, diffondendo le diverse informazioni a un pubblico vasto, facendole comprendere e farle accettare a chiunque. Inoltre, sono fondamentali il rispetto dello stile di vita sano (normopeso, attività fisica moderata e costante, dieta mediterranea, non fumare, uso limitato di alcolici) e l’aderenza agli screening (mammografie, pap test, sangue occulto…). Purtroppo l’adesione allo screening del sangue occulto è molto bassa (intorno al 31% su tutto il territorio nazionale)”.
La salute mentale è collegata a quella fisica?
“Sì, lo stress cronico può avere degli effetti negativi sulla salute, inclusa la potenziale influenza sullo sviluppo e la progressione dei tumori, tramite una riduzione delle difese immunologiche. Fondamentale quindi è applicare un atteggiamento di coscienza, maturità e consapevolezza non solo nell’alimentazione e nell’attività fisica, ma anche nell’approccio alla vita, affrontando con il giusto peso, in base alla reale gravità dei fatti, le svariate vicissitudini che la realtà quotidiana ci mette davanti”.
Maria Cicconi