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Gianpaolo Paciaroni
Gianpaolo Paciaroni

A 87 anni Gianpaolo Paciaroni vince ancora con… regolarità

Il miracolo di longevità sportiva ed assoluta precisione al cronometro quando si trova al volante della sua inossidabile auto d’epoca, Gianpaolo Paciaroni, ha messo in cassaforte un’altra coppa. Impegnato nella prima prova del Campionato marchigiano di regolarità per auto d’epoca disputata a Servigliano, l’ex bancario settempedano, 88 primavere il prossimo 12 settembre, alfiere dall’inizio del 2022 del club “La Manovella del Fermano” del presidente Giovanni Ricci, ha ancora una volta messo tutti in fila. Per gli addetti ai lavori il nome di Gianpaolo Paciaroni è tutt’altro che nuovo. Se dovessimo fare un paragone calcistico lo accosteremmo ai vari Ronaldo (che lui preferisce per la simpatia per la Vecchia Signora) e Ibrahimovic per via del fatto che non vuole proprio saperne di appendere le chiavi del cruscotto al fatidico chiodo. «Dividerei la mia carriera di driver in due tronconi. In gioventù – ricorda con lucidità Gianpaolo – ho vinto il Campionato italiano di regolarità nel 1969, per poi bissare due anni dopo, stavolta al Campionato dei Rally nazionale con una splendida Lancia HF 1600. Erano anni d’oro, mietevo successi incamerando premi notevoli per quei tempi, riuscendo a coniugare la potenza del motore Lancia con la carrozzeria della mia auto personale su cui feci montare il motore ufficiale. Il mio lavoro di bancario mi permetteva di cimentarmi al volante con regolarità. Poi, dopo che agli inizi degli anni ’70 passai dalla Popolare di Camerino alla Carima di San Severino, dove rimasi fino all’età della pensione, nel 1998, decisi di passare alle auto d’epoca. L’orecchio per scandire il trascorrere del tempo era rimasto allenato, le vittorie sono tornate. Così nel 2012 ho vinto il titolo tricolore nella regolarità a rilievo manuale, mentre nel 2017 mi sono ripetuto al Campionato nazionale Formula Asi». Gianpaolo ricorda i primordi della sua carriera, «dai primi motori che mi fece guidare mio padre Amelino, che facevo diventare pazzo, alle uscite con il campionissimo Lodovico Scarfiotti, mio compagno di classe al Liceo scientifico di Macerata, che mi faceva venire i brividi quando era al volante, emozione che trasmettevo anch’io, quando guidavo ai rally, al preparatissimo meccanico camerte Franco Nebbia che preferì rifiutare il ruolo di navigatore per rimanere come supporto in officina…». Ora i navigatori di Paciaroni, nelle competizioni di auto d’epoca, si alternano senza dover sudare freddo «perché devono soltanto essere bravi nello scandire il tempo al mio fianco, a bordo della mia auto preferita per le competizioni a cronometro, la A112 di cui posseggo tre esemplari degli anni ’70, ’74 ed ’81 che cura l’officina Luzi. Dall’ing. Lorenzo Rotini, con cui l’anno scorso ho vinto la 2^ Coppa Garisenda a Bologna a strumentazione meccanica a mio nipote Marco ed al promettente tolentinate Tommaso Leoni». Paciaroni, che lo scorso anno ha rischiato in un incidente in bici in centro a San Severino «che mi è costato alcuni mesi di problemi, per fortuna risolti, al nervo ottico» è stato bloccato solo dal lockdown «perché non venivano organizzate gare» ed è un esempio anche nel campo della ricostruzione post sisma in quanto «ho speso denaro di tasca mia per rimettere in sesto la mia abitazione e quella di mia figlia Barbara con l’altro nipote Gianluca dopo il terremoto perché alla mia età il… tempo stringe». Mi alleno nella zona industriale ma anche intorno casa dove ho posizionato un “tubo” (per i rilievi cronometrici, ndr) e vado avanti di gara in gara, per tenermi in forma ad un passo dagli anni… 90». E per non smentirsi ieri, sabato 26, al volante dell’Autobianchi A112 del ’74 beige, ha battuto la concorrenza di 44 concorrenti alla prestigiosa “240 minuti sotto le stelle”, inanellando così il suo sesto successo della serie nella competizione organizzata dal Caem.

Luca Muscolini

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