La finalista al Premio Strega 2014 Donatella Di Pietrantonio, autrice del romanzo “Bella Mia”, è ospite domenica 12 ottobre, a partire dalle ore 17, del primo degli “Incontri con l’Autore” che “i Teatri di Sanseverino” propongono nell’ambito del cartellone della stagione 2014/2015. L’appuntamento, ad ingresso gratuito, si terrà al teatro Italia. Alla presentazione dell’autrice, che dialogherà con Francesco Rapaccioni, si alternerà la lettura di alcune pagine del capolavoro letterario, a cura di Floriana Pasquali Coluzzi dell’associazione “Sognalibro”. Previste anche brevi pause musicali che saranno affidate al violoncello di Filippo Boldrini.
Donatella Di Pietrantonio è nata ad Arsita (Teramo) e vive a Penne (Pescara), dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito nel 2011 con il romanzo “Mia madre è un fiume”, pubblicato da Elliot, vincitore di numerosi premi e tradotto anche all’estero. Il suo secondo romanzo, “Bella mia”, è stato finalista al Premio Strega 2014.
Con questa nuova opera la Di Pietrantonio torna a incantare il lettore narrando la storia di una donna che si ritrova a improvvisarsi madre, nonostante quell’idea di sé fosse stata abbandonata da tempo, con un adolescente taciturno e scontroso. È ciò che succede alla protagonista e io narrante di “Bella mia”, quando Olivia, la sorella gemella che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto dell’Aquila. Il figlio Marco viene affidato in un primo tempo al padre, che vive a Roma ma non sa come occuparsene. Prendersi cura del ragazzo spetta dunque a lei e all’anziana madre, trasferite nelle C.A.S.E. provvisorie del dopo sisma. Da allora il tempo trascorre in un lento e tortuoso processo di adattamento reciproco, durante il quale ognuno deve affrontare il trauma del presente, facendo i conti con il passato. Ed è proprio nella nostalgia dei ricordi, nei piccoli gesti gentili o nelle attenzioni di un uomo speciale, che può nascondersi l’occasione di una possibile rinascita. “Bella mia” parla con straordinaria forza poetica dell’amore e di ciò che proviamo nel perderlo ma, soprattutto, della speranza nella ricostruzione: la ricostruzione di una città offesa che attende ancora il suo riscatto e la ricostruzione, faticosa, degli affetti intimi e della fiducia nella vita.