“Per quali ragioni, dall’universo di stati mentali, soprattutto quelli della coscienza, debbano essere esclusi gli animali? Perché, ad esempio, alle scimmie antropomorfe deve essere negata la possibilità di avere delle credenze, di provare delle emozioni, oppure, perché no, di sentirsi orgogliose per aver difeso con successo un alleato nella lotta per la leadership?”.
Sono alcuni degli interrogativi attorno ai quali ha lavorato a lungo il professor Angelo Tartabini, già professore ordinario di psicologia generale presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, per trovare delle risposte e dare valenza scientifica alle sue scoperte.
E di questo, ma anche di intelligenza artificiale – tema del momento -, si è parlato sabato scorso in un interessante pomeriggio trascorso all’interno della libreria “Gulliver” di Giorgio Montecchia, che ha ospitato il professor Tartabini, autore di un centinaio di pubblicazioni e di tredici volumi dedicati soprattutto al mondo delle scimmie e alla psicologia evoluzionistica.
Il professor Tartabini, originario di Recanati, vive ormai da tempo fra Treia e San Severino. E’ facile incontrarlo non solo in libreria, ma anche in città dove partecipa, da interessato auditore, a molti dei principali appuntamenti culturali settempedani. Lui, scherzando, si definisce “cittadino del mondo” e a guardar bene il suo curriculum ha motivo per poterlo affermare. Difatti, in passato ha svolto attività di ricerca in Giappone (Kyoto University), in Olanda (Institute of the Organization for Health Research, TNO), negli Stati Uniti (California University, Davis), in Sud Africa (Witwatersrand University di Johannesburg), in Canada (Ontario Institute for Studies in Education dell’Università di Toronto) e in Inghilterra, complessivamente per dieci anni, presso il Sub-Department of Animal Behaviour del Medical Research Council dell’Università di Cambridge, sotto la guida del Prof. Robert Hinde.
Secondo i suoi approfonditi studi, molti animali sanno “leggere” le intenzioni e il pensiero dei loro compagni e possono reagire ai loro stati intenzionali (teoria della mente), ad esempio, ai loro inganni, predisponendosi al contro-inganno. Per esempio, gli scimpanzé possono fare inferenze (a dire la verità, anche molti altri animali ne sono capaci); sono capaci di pensiero riproduttivo, produttivo e di ristrutturare il loro campo cognitivo. Possono distinguere una figura geometrica da un’altra e possono risolvere euristicamente molti problemi.
Ora sta per pubblicare un nuovo libro, dedicato soprattutto alle continue deforestazioni che, per cupidigia, stanno uccidendo il nostro pianeta.