Oggi, sabato 22 luglio, alle ore 17.30, vengono celebrati nella basilica di San Venanzio a Camerino i funerali di Simone Bisbocci, 47enne, dipendente Unicam (in servizio presso la segreteria studenti della sede di San Benedetto) morto improvvisamente mercoledì notte per un malore fatale.
La notizia della sua scomparsa ha colpito molto anche l’ambiente sportivo di San Severino dove Simone aveva tanti amici ed estimatori, avendo militato a lungo nella squadra di calcetto dell’allora presidente Pino Piccioni.
Abbiamo chiesto all’avvocato Stefano Paciaroni, che in quegli anni ne era l’allenatore, un ricordo del caro Simone. Ecco il suo saluto.
Ero già in Studio e alle 9 mi ha chiamato Merlo: strano, ho pensato, è da tempo che non lo sento. Doveva a distanza di anni svolgere il suo ruolo di capitano, stavolta in modo ingrato, per comunicarmi una notizia che non avrei mai voluto sentire.
Stanotte ho ripercorso tutto.
Non ricordo bene se era l’inizio estate del ’96 o del ’97, quando Giulio mi disse che il figlio di una sua Collega dell’Università di Camerino avrebbe voluto venire a giocare a calcetto a San Severino, in quanto con la juniores del Camerino Calcio era reduce da diversi infortuni che gli avevano prospettato l’opportunità di cambiare disciplina. Come si fa in questi casi, chiamai subito l’amico Fernando Salvetti per avere informazioni sul giocatore: mi disse che negli ultimi anni Ti aveva un po’ perso di vista, ma che dalle doti tecniche che avevi mostrato nei primi anni delle giovanili per tutti gli addetti ai lavori saresti di certo arrivato a giocare in pianta stabile in prima squadra. Per vedere come giocavi e per conoscerTi (non Ti avevo mai visto prima) organizzai allora una squadra per un torneo notturno a Caldarola, dove avevano da poco inaugurato un campo in erba sintetica di calcio a cinque: mi bastò poco per decidere, nell’intervallo della prima partita Ti dissi già di non prendere impegni, che saresti stato dei nostri.
Parte forse da lì la “storia” del Calcetto San Severino, la squadra del bar di Pino. Dodici anni insieme, a giorni alterni (non saltavi mai un allenamento), non si potranno mai dimenticare. Le prime volte eri ancora un ragazzo e spesso Ti portava Tuo padre, quando cambiasti casacca eri già un uomo.
Primi anni di salvezze all’ultima giornata nel massimo torneo regionale, e poi il 29 aprile 2000 (dopo un girone di ritorno strepitoso: tredici vittorie, un pareggio ed una sconfitta con il Palextra Fano che poi distanziammo di quattro punti alla penultima giornata) vincemmo il campionato e salimmo in serie B nazionale: Giorgi, Acero, Tu, Merlo, Cocchi, Massacci, Cruciani, Dignani, Bellini, Ciccarelli, Salvatori (Ergo e Pelagalli). Che squadra, c’era l’imbarazzo della scelta.
Da lì quattro anni di serie B nazionale, con la prima amarissima retrocessione contro il Bologna dove in entrambe le gare di play-out a pochi secondi dalla fine eravamo ampiamente salvi, affrontando nel corso delle stagioni squadre di città come Cesena, Forlì, Imola, Perugia, Spoleto, Viterbo, Pescara, con la nostra squadra tipicamente “basca” di cui eri (quasi sempre) l’unico “straniero”.
Ma forse la nostra vera dimensione era quella regionale, dove ogni tanto vincevamo il campionato, ma soprattutto perché la partita del venerdì alle 22 al Palazzetto era diventata un appuntamento immancabile per centinaia di settempedani (giovani e non), e che per noi spesso terminava a notte fonda all’LK, da Pino o alla Birreria del Borgo.
Con gli anni il Tuo rapporto con San Severino, ove tutti Ti conoscevano è divenuto indelebile, tanto che in pochi sanno che quello che è stato il Tuo ultimo fine anno lo hai festeggiato nella nostra città incontrando alcuni dei Tuoi compagni di un tempo.
Anche se distanti eravamo sempre vicini, soprattutto in questi ultimi mesi in cui ci sentivamo spesso, a causa o grazie alla comune passione calcistica mia e della Tua compagna Giovanna (che purtroppo non ho avuto il piacere di conoscere).
Ieri pomeriggio mi ha chiamato Polli per sfogarsi: l’ho “rimproverato” in quanto un Suo impegno dell’ultimo minuto ci ha costretto ad annullare la cena del venerdì dello scorso mese di aprile in cui ci saremmo ritrovati tutti.
Non aggiungo altro, sembrerebbe tutto di circostanza.
Un abbraccio, amico Bisbo, da parte di tutti Noi.
P.S. Salutami Nando, a Caldarola c’era anche Lui in tribuna per vederTi.