Il Settempedano
E’ forse la più antica immagine conosciuta dei Santi fratelli settemepdani.
Possiamo oggi includere tra le pochissime opere plastiche raffiguranti il santo patrono settempedano Severino il bassorilievo, di piccole dimensioni, che Giuseppe Ranaldi aveva visto e fatto documentare nella cappella di Palazzo Gentili di Rovellone. Di quest’opera, di cui lo stesso storico riporta un disegno nei suoi manoscritti (il disegno del bassorilievo è nella Biblioteca comunale “Francesco Antolisei” di San Severino Marche) afferma che è di gesso (certamente Gessite o Gesso Balatino), che è probabilmente il più antico documento materiale che ci rimane a provare l’episcopato di Severino, visti i paramenti e il pastorale, e della vita eremitica di Vittorino, in considerazione del saio indossato.
Disegno del bassorilievo eseguito nel 1838
Oltre al disegno, abbiamo una fotografia poco nitida – ma fondamentale documento storico – nella scheda su “San Severino vescovo di Settempeda” redatta nel 1968 per la Bibliotheca Sanctorum; l’autrice Bianca Maria Margarucci Italiani la definisce semplicemente “di proprietà privata”.
Foto del bassorilievo pubblicata nel 1968 nell’enciclopedia “Bibliotheca Sanctorum”
Le immagini che corredano questo scritto riproducono il bassorilievo in pietra di gesso (ne avevamo abbondanti cave nel territorio settempedano) raffigurante San Severino vescovo e San Vittorino eremita, opera attribuibile a un ignoto lapicida di epoca medievale e il relativo disegno del 1838.
L’opera scultorea, attualmente non è rintracciabile, anche se sappiamo da una testimonianza raccolta in questi giorni, che fino a qualche lustro fa era ancora visibile nella cappellina suddetta; la speranza è che qualcuno che l’abbia potuta vedere di recente e ci possa segnalare la sua auspicata effettiva esistenza.
Luca Maria Cristini
