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Claudio Scarponi al confine turco-siriano
Claudio Scarponi al confine turco-siriano

Claudio Scarponi al confine turco-siriano racconta il dramma dei profughi

Dopo essere stato per ben cinque volte in Africa con la Onlus Sorrisi per l’Etiopia di San Severino, Claudio Scarponi ha partecipato recentemente a una missione a Kilis, città turca a 5 chilometri dal confine turco-siriano. La missione di carattere umanitario è stata organizzata da una Fondazione di Modena, “Time4lifeinternational”, operativa in diversi Paesi del mondo.

Cosa avete fatto in concreto?

“Abbiamo dato un supporto concreto, sul posto, a diverse famiglie di profughi siriani, fuggiti dal conflitto che ormai dura dal 2011 e che purtroppo è rimasto oscurato dai media, specialmente in questi mesi in cui si parla solo di Ucraina”.

Ad esempio?

“Gli aiuti portati da questa organizzazione di Modena si concretizzano, ad esempio, nel pagare l’affitto e le bollette a famiglie numerose, molte delle quali arrivano dalla vicina Aleppo. Inoltre ci sono adozioni a distanza di bambini orfani. E con viaggi di questo tipo si consegnano anche pacchi alimentari, medicinali, materassini…”.

Lei in particolare cosa ha portato?

“Dopo un lungo controllo in aereoporto, alla fine sono riuscito a portare circa 10 kg di prodotti medicali, offerti da alcune farmacie della zona, a cominciare dalla farmacia Kazmarech di San Severino. Si tratta di vitamine, fermenti, antidolorifici e così via. Una valigia di prodotti che ovviamente sono stati consegnati a operatori sanitari del posto grazie al referente locale di Time4life”.

Quale situazione ha incontrato laggiù?

“La fuga dalla Siria ha dei numeri impressionanti, solo nella confinante Turchia sono arrivati quasi 5 milioni di profughi e lì a Kilis, dove siamo stati noi, ci sono circa 200 mila profughi siriani. La maggior parte dei bambini non va a scuola”.

Insomma, uno scenario drammatico…

“Immaginate una zona molto arida (erano 38 gradi!) e una città la cui popolazione è triplicata. Ogni giorno almeno 20 persone continuano a passare il confine con l’aiuto dei trafficanti, nonostante un muro con sotto campi minati”.

Che esperienza è stata per lei?

“Queste sono esperienze che appagano interiormente, ti fanno acquisire maggiore consapevolezza rispetto ai drammi del mondo. Sono andato perché mi piace comprendere e poi condividere questi ‘viaggi solidali’ attraverso le immagini”.

Ora ha in programma altre missioni umanitarie?

“Spero di tornare presto in Etiopia con il gruppo di Sorrisi…”.

La galleria di foto riguarda alcuni bambini, famiglie e momenti della missione.

Maggiori info sul sito www.time4life

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