Home | L'intervento | Uteam: i 100 anni di Sciascia “riletti” da Lucia Tancredi
Euro Net San Severino Marche
La scrittrice Lucia Tancredi all'Uteam
La scrittrice Lucia Tancredi all'Uteam

Uteam: i 100 anni di Sciascia “riletti” da Lucia Tancredi

Continuano gli incontri culturali organizzati dall’Uteam di San Severino (Università della terza età dell’alto maceratese) nell’aula magna della sede di via Salimbeni.

La scrittrice Lucia Tancredi ha tenuto un’interessante e piacevole relazione dal titolo “Sciascia umanista e umanissimo” per onorare lo scrittore siciliano nel centenario della nascita (Racalmuto 8 gennaio 1921). Scrittore, giornalista, saggista, drammaturgo e poeta, ma anche politico e insegnante di italiano, nonché critico d’arte, Leonardo Sciascia ha ricoperto moltissimi ruoli affermandosi come una delle più grandi figure del Novecento italiano.

Dopo il saluto iniziale e i ringraziamenti di rito da parte del Rettore dell’Uteam, Giammario Borri, la professoressa Lucia Tancredi ha delineato la vita e le opere dello scrittore, anche attraverso un’attenta analisi di alcuni noti romanzi, come “Il giorno della civetta” e “La scomparsa di Majorana”.

Con “Il giorno della civetta”, pubblicato nel 1961, Sciascia descrive, per la prima volta attraverso un libro, il fenomeno mafioso. La mafia, ci spiega Sciascia, “è un sistema che muove gli interessi economici e di potere di una classe che genericamente possiamo chiamare borghese e non si sviluppa quando manca lo Stato con le sue leggi e le sue funzioni, bensì dentro lo Stato”.

Con il libro “La scomparsa di Majorana”, invece, Sciascia affronta il rapporto tra scienza e potere e racconta la storia del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana. Dal 26 marzo 1938 se ne perdono le tracce, fra la partenza e l’arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli. Suicidio, come gli inquirenti dell’epoca vogliono credere e lasciar credere, oppure volontaria fuga dal mondo di fronte a scelte di carattere etico rispetto all’utilizzo delle scoperte scientifiche, come il progetto della bomba atomica?
Successivamente la relatrice è passata alla presentazione dei romanzi “Todo modo” e “il caso Moro” che hanno come finalità la ricerca della verità, partendo dalle trame di potere.
Il romanzo-giallo “Todo modo”, ambientato negli anni settanta, è ricco di riferimenti alla politica italiana di quel periodo. Il titolo è una citazione: “Todo modo para buscar la voluntad divina”, cioè “Ogni mezzo per cercare la volontà divina”, dagli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dell’Ordine dei Gesuiti. In questo romanzo giallo Sciascia denuncia ancora una volta, come aveva già fatto con “Il giorno della civetta”, la corruzione del potere, lo stretto legame che intercorre tra mafia e politica in Italia e la loro determinante influenza nelle scelte politico-economiche del Paese.
Con “Il caso Moro”, scritto nel 1978, Sciascia attraverso la rilettura delle lettere scritte dal noto statista durante il periodo di prigionia, dopo il rapimento da parte delle Brigate Rosse, riuscì a ricostruire uno schema di pensieri, di fatti, di correlazioni e di errori investigativi che hanno preceduto l’omicidio di Aldo Moro. Come in un giallo, Sciascia cerca il colpevole e il movente, provando a rispondere alla domanda: da chi fu davvero condannato Aldo Moro? Dalle Brigate Rosse o piuttosto da quello Stato che rifiutò ogni trattativa con i brigatisti?

Leonardo Sciascia è morto a Palermo il 20 novembre 1989. Racalmuto, suo paese natale, gli ha dedicato una statua in bronzo (inaugurata il 25 ottobre del 1997), opera dello scultore racalmutese Giuseppe Agnello. La Statua è collocata sul marciapiede lungo Corso Garibaldi, dove si poteva incontrare lo scrittore quando era in vita. Essa è ad altezza d’uomo e rappresenta Sciascia mentre passeggia con movimenti che mimano la sua naturale andatura. La collocazione della statua non è stata casuale, Sciascia doveva stare in mezzo alla gente della sua amata città.

Fiorino Luciani

Centro Medico Blu Gallery