È stata inaugurata a Serrapetrona, negli spazi del Palazzo Claudi (messo a disposizione dall’omonima Fondazione), la mostra paleontologica “Fossili, il passato ritrovato”, nuovo affascinante capitolo per scoprire l’ampia e preziosa collezione frutto del sequestro nel 2006 di una collezione privata. L’evento ha messo in luce il grande lavoro di squadra per la valorizzazione negli anni di questo straordinario patrimonio e per l’organizzazione della mostra, voluta dal Comune di Serrapetrona, sostenuta dalla Regione e realizzata grazie all’apporto scientifico della Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Scienze della Terra.
Hanno sostenuto l’iniziativa la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, l’Unione montana dei Monti Azzurri, la Fondazione Carima, la Fondazione Claudi e l’azienda Fìdoka.
L’evento inaugurale si è aperto nella chiesa di San Francesco con gli interventi istituzionali e la presentazione dell’esposizione. “Ringrazio i tanti soggetti che hanno sostenuto questo progetto, frutto di un grande lavoro sinergico”, ha detto il sindaco di Serrapetrona, Silvia Pinzi, ribadendo la volontà di creare un Polo museale permanente per l’intera collezione: “un grande progetto per Serrapetrona e per tutto il territorio”.
Sull’impegno sinergico ha insistito anche il consigliere regionale Renzo Marinelli: “Il sostegno della Regione Marche a questa iniziativa – ha detto – si inserisce in una politica che vuole valorizzare i piccoli centri e pianificare a favore sia della costa che dell’entroterra”. Hanno messo l’accento sul valore della cultura come motore di rinascita, anche in relazione ai nuovi fondi del Pnnr, il professor Massimo Ciambotti, presidente della Fondazione Claudi, e Giampiero Feliciotti, presidente dell’Unione montana.
È stata poi ripercorsa la storia della collezione, il cosiddetto “tesoro di Serrapetrona”, che riunisce circa 2.500 reperti tra archeologici, paleontologici e numismatici. Come ha riferito Tommaso Casci Ceccacci della Soprintendenza Archeologia delle Marche, per le attività di recupero nel 2006 è stato fondamentale il ruolo del Nucleo tutela Beni culturali di Ancona. Da allora è iniziato un grande lavoro di studio che non è ancora concluso e che ha visto impegnati la Soprintendenza per la parte archeologica e il gruppo di ricerca della Sapienza, guidato dal professor Umberto Nicosia, per la parte paleontologica.
Nicosia ha illustrato i contenuti principali della mostra, raccontando la straordinaria capacità dei fossili di rivelarci i cambiamenti del sistema Terra e di colpirci per la loro particolarità e bellezza. Tra i reperti più sorprendenti, lo scheletro di un piccolo dinosauro che ci aiuta a capire come spesso questi animali fosse di dimensioni ridotte, l’enorme uovo da 15 litri dell’ “uccello-elefante”, la seppia gigante e il fossile di mollusco di 170 milioni di anni fa con la sua armoniosa spirale. Nicosia ha inoltre ripercorso i suoi 13 anni di lavoro sulla collezione: “Serrapetrona è un incubatore di paleontologi – ha sottolineato – molti degli studenti che sono venuti qui a studiare i reperti, oggi sono paleontologi professionisti”.