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Don Nello Paina
Don Nello Paina

Vent’anni dopo: resta indelebile il sorriso mite e buono di don Nello Paina

Sono passati vent’anni: era l’11 aprile 2001 quando, per un improvviso malore, se ne andò don Nello Paina, un sacerdote illuminato, buono, benvoluto dall’intera comunità. Un fulmine a ciel sereno fu la sua scomparsa, una perdita enorme per la Chiesa locale e per noi fedeli, suoi estimatori. Oggi, nel giorno dell’anniversario, il cardinal Edoardo Menichelli lo ricorderà nella celebrazione eucaristica alla Madonna dei Lumi. Anche al “Settempedano” sta a cuore richiamarne alla mente la figura e l’opera, perché si è sempre speso per il bene della comunità, rinunciando agli agi e ai riflettori.

Ecco una bellissima memoria di suor Chiara Francesca Raggi, Sorella Clarissa del monastero di Santa Chiara, che da ragazza frequentava la parrocchia di Parolito nel periodo in cui don Nello prestava servizio in quella e altre frazioni di San Severino: “Il ricordo di don Nello è indelebile per tanti settempedani e anche per me… Per la verità, i ricordi sono tanti… Su tutti si staglia quello del suo sorriso mite e buono, un sorriso che regalava anche in mezzo alle sue corse domenicali, quando percorreva le nostre campagne in auto, guidando con camice e stola, pronto per celebrare la messa nelle diverse parrocchie. Un sorriso per tutti e per ciascuno, per i vicini e per i lontani, quel sorriso con cui entrava nelle nostre case e nelle nostre vite. Il sorriso di un pastore vero che sapeva raccontare il Buon Pastore che ha cura di tutti noi. Grazie, don Nello! Aiutaci a raccogliere la tua testimonianza di vita fatta di servizio generoso, di semplicità e povertà evangelica”.

Don Nello – morto a 65 anni – è stato, fra l’altro, vicario generale dell’arcidiocesi di Camerino-San Severino e oggi un’edicola in suo onore si trova lungo la strada per Castel San Pietro, all’incrocio con la via che porta ad Agello. E’ stata realizzata in quel punto dagli abitanti della zona anche per ricordare il padre, Giovanni Paina, che lì vicino morì nell’estate del ’44 a causa dello scoppio di una mina nascosta dai tedeschi, come racconta lo storico Raoul Paciaroni nel libro “Una lunga scia di sangue. La guerra e le sue vittime nel Sanseverinate (1943-1944)”, di cui riportiamo sotto uno stralcio.

Pubblichiamo a margine anche un articolo di mons. Quinto Domizi pubblicato, pochi giorni dopo la scomparsa di don Nello, sulle colonne della Voce Settempedana dell’Appennino camerte.

Documentazione fotografica a cura di Fiorino Luciani

 

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