Stella è nella sua villa e vuole suicidarsi: la pioggia batte forte, sta per gettarsi dalla finestra della camera. Mentre è vicina all’ultimo passo, il campanello suona: uno sconosciuto le chiede di entrare, dice di aver prenotato una camera su internet. Inizialmente la donna tentenna, ma alla fine lo accoglie. Questo signore è misterioso, sembra nascondere qualcosa: più parla con la donna, più Stella si sorprende, perché l’uomo conosce molte, troppe, cose su di lei e su suo marito, Sandro (con il quale è in crisi). Quando anche Sandro raggiunge la casa, l’ospite sequestra entrambi e svela ai due sfortunati coniugi tutti i segreti che egli sa su di loro e sul loro bambino: non andiamo oltre nel raccontare la trama, perché le storia contiene un crescendo di eventi da non svelare qui.
La Stanza è il nuovo film di Stefano Lodovichi, disponibile su Amazon Prime Video. Un thriller psicologico, un’opera diretta, ambientata completamente all’intero di questa scalcinata casa: un luogo vecchio, visibilmente fatiscente, la cui antica bellezza è ormai sfiorita, come passato è l’amore che legava Stella a Sandro. Una villa con tante stanze, come tanti sono i pensieri di Stella, ormai cupi come le mura dell’edificio che non può abbandonare: una prigione mentale e fisica. Rispettando in pieno lo stile e la costruzione del thriller, il film indaga i problemi di coppia e le incrinature dell’amore. Le tematiche non sono nuove, non è il primo lungometraggio ambientato in una casa, all’interno della quale succedono i peggiori eventi ed emergono i più spaventosi fantasmi: basti pensare a Shining, Psycho, a Mother!. In queste, ed in molte altre pellicole non citate, all’interno delle mura domestiche si consumano i peggiori strazi, e le manie e le paure dei protagonisti mettono a soqquadro le loro vite. Ma La Stanza è uno dei pochi film italiani capace di fondere il thriller con il dramma coniugale, la psicosi, i traumi infantili e la paura, ottenendo un riuscito prodotto tra l’intrattenimento e l’autoriale. Invece di sviluppare un tema così noto come la crisi familiare con una classica forma drammatica, Lodovichi punta ad un enigma che ha ritmo dall’inizio alla fine. Bravi gli interpreti: Edoardo Pesce nel ruolo di Sandro, il marito spaesato e fedifrago; Camilla Filippi nella parte di Stella, la disperata madre ormai sull’orlo del baratro e, in particolar modo, Guido Caprino nei panni del misterioso Giulio, perfettamente calato nel folle e lucido sconosciuto che si infiltra in quella casa. L’opera di Lodovichi ci ricorda che i drammi di certe situazioni familiari possono essere il vero orrore, capace di permeare e rovinare la vita di molte persone: non soltanto i demoni spaventano, ma anche i problemi familiari possono diventare (e farci diventare) dei mostri, dando vita ad un vero orrore quotidiano, un inferno capace di distruggere la mente ed il corpo di chi, come Stella, rimane sotto il giogo del dolore fino al limite.
Silvio Gobbi