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La lapide al monastero di San Severino
La lapide al monastero di San Severino

Doppia festa per le Clarisse: 500 anni fa Santa Camilla formò le Sorelle alla Regola di Santa Chiara

Una lapide in onore di Santa Camilla Battista, posta all’esterno del monastero delle Clarisse, al Castello, ricorda la gratitudine nei confronti di colei che “nella stagione dell’Osservanza femminile, formò allo spirito di Santa Chiara” la comunità di Sorelle Povere presenti a San Severino. L’anno indicato è il 1521. Da allora sono passati esattamente 500 anni.

L’importante anniversario verrà ricordato lunedì 9 agosto durante i vespri delle ore 19 nel momento in cui ogni clarissa sarà chiamata a rinnovare i propri voti.

La data del 9 agosto, infatti, viene celebrata tutti gli anni in modo speciale nei monasteri clariani poiché ricorda il giorno in cui Chiara ricevette l’approvazione della Regola da parte del Papa. Ma stavolta a San Severino sarà un’occasione ancor più speciale per le Sorelle della comunità settempedana dal momento che ricorderanno i 500 della ripresa della Regola di Chiara grazie alla presenza e all’aiuto di Santa Camilla Battista.

“Tanti monasteri, tra cui il nostro, avevano lasciato la Regola di Chiara – spiega la Madre abbadessa suor Rosella Mancinelli – per seguire la Regola che Papa Urbano IV aveva scritto per le Clarisse 10 anni dopo la morte di Chiara d’Assisi. Questa Regola ha avuto nella storia una diffusione maggiore, sia perché scritta da un Papa sia per il fatto che permetteva alle comunità di avere qualche piccolo possedimento che consentiva una maggiore sicurezza di vita. Così, per secoli è stata la Regola che veniva vissuta dalla maggioranza dei monasteri di Clarisse. Quindi anche dal nostro, che però venne coinvolto poi dal movimento dell’Osservanza per un ritorno alla Regola di Chiara vissuta a San Damiano. Domani (lunedì 9 agosto; ndr) ci sarà una celebrazione speciale dei vespri anche grazie a questa memoria e a questo anniversario”.

Dai documenti rinvenuti nell’archivio del municipio di San Severino risulta che Camilla Battista si trattenne a San Severino tra il 1521 e il 1522 al fine di “raccogliere elemosine”. Ma i biografi di Camilla Battista hanno sospettato che sotto questa formula si celasse una motivazione ben più profonda che non poteva essere esplicitata in un registro pubblico, cioè il fatto che Camilla Battista venisse inviata a San Severino per formare allo spirito della Regola di Santa Chiara le Sorelle di tale città, che nel 1519 erano passate dalla Regola del III Ordine francescano regolare alla Regola di Santa Chiara.

Inoltre, la probabilità di una “rifondazione” spirituale del monastero di San Severino ha un’affinità con il caso del monastero di Fermo: nel 1505 Camilla Battista fu inviata a Fermo per formare verso una più radicale osservanza le clarisse di quella città.

Insieme ai documenti scritti, quindi, vale la pena considerare il contesto storico e religioso nel quale è maturata la vicenda di Santa Camilla e nel
quale si sono intrecciate le storie di numerosi monasteri di clarisse tra il Quattrocento e il Cinquecento. È proprio tale contesto che motiva la venuta di Camilla Battista Varano nel monastero di San Severino come intento di formare le Sorelle allo spirito di Santa Chiara.

È importante sapere che Camilla Battista Varano è stata appunto definita una “creatura dell’Osservanza” (Scandella): è a contatto con i frati dell’Osservanza, infatti, che Camilla matura la sua esperienza spirituale e la sua vocazione religiosa. Il movimento dell’Osservanza era favorito e sostenuto da signori e principi, per motivazioni politiche di controllo sui territori: l’Osservanza godeva infatti di grande prestigio morale perché nasceva dal desiderio di tornare all’ideale francescano originario e da una forte inquietudine di fronte a una perdita di radicalità evangelica. Anche i Varano favorirono l’Osservanza: il movimento dell’Osservanza nasce proprio a Brogliano, nel territorio di Camerino. All’ombra dell’Osservanza si matura e si esprime la spiritualità di Camilla, compresa la sua decisione di entrare nel monastero di Urbino, monastero appartenente proprio al movimento dell’Osservanza. Mentre l’Osservanza maschile è caratterizzata dalla tendenza a vivere in luoghi ritirati, per una vita fraterna e contemplativa più intensa, da un’accentuazione della povertà, nonché, in una seconda fase, da un’intensa predicazione e attività sociale (si pensi alla costituzione dei Monti di Pietà), la nota distintiva del ramo femminile dell’Osservanza è il ritorno alla Regola di Santa Chiara e alla diretta conseguenza di tale ritorno: il monastero non deve avere rendite, né possessi.

Camilla è un esempio eminente di clarissa osservante: è una voce di punta in questo coro (Casagrande), è una delle esponenti più autorevoli di questo movimento di rinnovamento. Infatti, non solo entra nel monastero di Urbino proprio per professare la Regola di Santa Chiara, ma da lì partirà nel 1484 per fondare a Camerino un monastero osservante e nel 1505 per formare alla Regola di Santa Chiara le Clarisse di Fermo.

“In tale contesto – conclude l’Abbadessa suor Rosella Mancinelli – la venuta di Camilla Battista a San Severino per formare le Sorelle che avevano precedentemente ripreso la Regola di Chiara è verosimile e risplende come uno dei frutti del tratto caratteristico dell’Osservanza francescana femminile, di quella rete caratterizzata da scambi di sorelle tra i monasteri. Ciò significava: relazioni fraterne, circolazione di idee e di cultura, condivisione della fedeltà al carisma clariano e della radicalità evangelica. Il monastero di San Severino ci sembra inserito in questa rete dell’Osservanza, grazie alla presenza di Camilla Battista Varano e grazie al dono della sua passione per la vita evangelica di Chiara, una passione che per tutta la vita ha vissuto e trasmesso… Una passione che abbiamo ereditato e che cerchiamo di custodire”.

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