Una mozione sulla “Lazzarelli”, proposta dal consigliere Francesco Borioni, è stata approvata all’unanimità nell’ultima seduta del 2020 del Consiglio comunale. Cosa prevede? L’impegno della Giunta e del sindaco “a predisporre un documento di analisi sull’efficienza ed efficacia dell’attuale promiscuità dei nuclei di residenza protetta e di Casa di riposo, finalizzato a individuare, d’intesa con le autorità regionali, soluzioni che possano prevedere l’allocazione delle residenze protette in altre strutture a maggiore vocazione socio-sanitaria in modo tale da rendere più sicura e confortevole la permanenza degli ospiti nell’attuale Casa di riposo, la cui posizione ha una valenza strategica per il mantenimento delle relazioni sociali tra la comunità cittadina e gli ospiti stessi, garantendo a ognuno di essi di poter usufruire di stanze singole come valore elementare di dignità”.
L’atto di indirizzo nasce dalla valutazione della crisi da Covid che purtroppo, nella seconda fase, ha colpito anche la struttura di San Severino, dove vivevano – prima della pandemia – un’ottantina di anziani.
Stando ai dati emersi in Consiglio comunale, ne sono deceduti 15, la maggior parte dei quali positivi, ma con gravi patologie pregresse. Ora la “Asp” settempedana non ha più ospiti contagiati e sono di ritorno dall’Hospice coloro che erano stati temporaneamente allontanati perché risultati negativi. Di conseguenza, una volta ripristinata la situazione “di normalità”, la “Lazzarelli” è pronta ad accogliere 66 persone, di cui 26 in quello che possiamo considerare il vero e proprio ospizio e 40 nella doppia struttura di residenzialità protetta per persone non autosufficienti (Rsa), le quali hanno scarsa o nulla capacità relazionale e richiedono un’assistenza sanitaria continua.
La proposta di Borioni è quella di separare le due diverse realtà, lasciando l’attuale edificio solo agli anziani autosufficienti, che, trovandosi in centro, possono così continuare ad avere rapporti di socialità con il paese, e trasferendo altrove la Rsa, cercando un luogo adeguato alle loro necessità, con spazi e attrezzature idonee. “Si può pensare alla realizzazione di una nuova struttura, anche decentrata, oppure all’adeguamento di immobili già esistenti finalizzando il loro recupero a un progetto del genere – spiega il consigliere comunale Francesco Borioni –. In questo modo la Casa di riposo tornerebbe a essere, per definizione, una struttura di ospitalità per anziani che ricorrono a servizi collettivi per senilità, per solitudine o altro motivo, e che individuano in tale sede la loro nuova e stabile dimora per gli anni di vita che gli sono ancora concessi. Di conseguenza ci sarebbe un minor affollamento in termini di utenti e di personale che, a diverso titolo, si dedica a loro. E ciò, sotto il profilo sanitario, gioverebbe senza dubbio a una popolazione fragile, esposta più di ogni altro a pericoli come il Covid-19”.
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