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L'opera del Pomarancio
L'opera del Pomarancio

Azione del Comune per riavere il Pomarancio a San Rocco

Una campagna di fundraising tra enti, associazioni e privati per riportare a casa il Pomarancio. A lanciarla è il Comune di San Severino che ufficialmente ha aperto la pubblica sottoscrizione attraverso la quale si spera di giungere presto al trasferimento in custodia dell’opera “La Beata Vergine Maria col Bambino e i Santi Rocco e Severino” attribuita a Cristoforo Roncalli, detto il Pomarancio. Costo dell’operazione circa 20mila euro.

Di suo l’Amministrazione comunale settempedana, con apposito atto di Giunta, ha già previsto un intervento diretto di 5 mila euro impegnandosi poi a reperire la quota mancante. Intanto si sta lavorando alla stipula di una convenzione tra Comune, Pinacoteca di Brera e Arcidiocesi di Camerino – San Severino, attraverso la Parrocchia di Sant’Agostino per la chiesa di San Rocco, destinata a regolare le condizioni per il trasferimento, il deposito, la custodia e la valorizzazione della preziosa opera d’arte.

Fin dal 2001 l’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche, chiedendo la collaborazione del Comune, ha avviato un dialogo con la Pinacoteca di Brera e le Sovrintendenze per i beni architettonici e artistici competenti, al fine di trasferire in custodia, proprio presso la chiesa di San Rocco, il dipinto di Roncalli la cui proprietà risulta essere della Pinacoteca di Brera.

L’opera originariamente era stata collocata nel luogo di culto nel centro storico di San Severino, dov’è sempre restata la cornice che attende ora il rimpatrio del dipinto e, se questo dovesse avvenire, anche il suo restauro come previsto dalla nuova convenzione. Poi però, nel lontano giugno 1811, il dipinto del Pomarancio era stato requisito dal governo napoleonico e trasferito a Milano e, da ultimo, nella chiesa di Santo Stefano di Osnago, dove attualmente è ancora custodito.

La direzione della Galleria nazionale di Brera e la Sovrintendenza per i beni architettonici e artistici di Urbino hanno già espresso in passato il nulla osta al trasferimento che non ha mai trovato però soluzione di realizzazione perché il trasferimento è sempre stato subordinato al restauro dell’opera stessa.

“Riavere un Pomarancio in città – spiega l’assessore alla Cultura, Vanna Bianconi – significherebbe ampliare l’offerta museale ed espositiva permettendo la creazione di un unico percorso di visita comprendente la Pinacoteca civica, che conserva opere del ‘600, con sale dedicate al pianoterra, e l’opera del Pomarancio, realizzata tra il 1616 e il 1617, nella chiesa di San Rocco, che diventerebbe una tappa fondamentale di visita per turisti e appassionati d’arte”.

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