Sul litorale civitanovese è stata presentata la lista “Marche coraggiose” alla presenza di Maurizio Mangialardi, candidato presidente del centrosinistra per le prossime Regionali. “Saremo la voce critica del centrosinistra”, ha esordito Massimo Montesi, segretario regionale di “Art. 1”: “Non tutto è andato bene nella precedente amministrazione e la nostra coscienza critica è fondamentale per cambiare”.
Diversi e complementari i due capo lista del collegio provinciale di Macerata: Francesco Bravi di Cingoli, imprenditore dell’agro alimentare biologico, attento all’ambiente ed al territorio, soprattutto quello montano devastato dal terremoto, e Paola Petrelli di Civitanova, psicologa, impiegata presso il Centro per l’impiego ed impegnata per la tutela dei disabili: entrambe hanno incontrato “Marche Coraggiose” ed hanno superato le perplessità di un impegno gravoso. C’è poi Cristiana Cecchetti, anche lei di Civitanova, proveniente da una esperienza con la precedente amministrazione di centrosinistra civitanovese e dal mondo delle “sardine”. Poi troviamo l’avvocato Giovanni Chiarella di San Severino, innamorato della Carta costituzionale e dei diritti di eguaglianza e giustizia che contiene: “Da essa si può ripartire per bloccare la privatizzazione in sanità e tutte le politiche neoliberiste di questa destra distruttrice del senso della comunità”. Quindi, Hoxa Ariana Kosova, albanese di origine e maceratese di adozione, che ha attraversato l’Adriatico per trovare la sua nuova casa, prendere la sua quinta laurea e vedere riconosciuta la sua professionalità anche da questa sponda del nostro mare, interessata ai problemi dell’integrazione ed al superamento dei pregiudizi. Infine, Massimo Lambiase, farmacista da Battipaglia a Civitanova, innamorato di Civitanova vicino alle persone per lavoro e per passione.
Mangialardi ha avuto parole di elogio per “Marche Coraggiose” riconoscendo l’importanza di una lista che non celebra un passato, ma di esso ha una visione critica, come critico è stato egli stesso riconoscendo che bisogna voltare pagina rispetto agli errori commessi. In particolare l’incapacità del recente passato di condividere le scelte, anche quelle giuste. E per condividere, il candidato presidente si è lasciato alle spalle il partito di provenienza per assumere come base il programma scritto e condiviso da tutti, a cui vanno affiancate risorse e competenze, fondamentali per governare settori come la sanità, pensando ai territori, alla medicina di base e a investire su di essa. “Ma i grandi temi come la sanità non bastano – è stato detto -, se non si sa coniugarli con il potenziamento delle infrastrutture, che sono il vero tessuto connettivo della società”.
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