In vista di settembre, il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha aperto a San Severino la sua campagna elettorale nel Maceratese come candidato del Pd a presidente della Regione, invitando i sindaci del territorio a un incontro – svoltosi stamattina (mercoledì 8 luglio) al teatro Feronia – dal titolo “Le Marche all’Opera”.
“Siamo in un Teatro d’Opera – ha detto Mangialardi – perché abbiamo deciso di metterci all’opera per le Marche. Non sono qui a dare soluzioni all’interno di vecchie formule, ma voglio pensare insieme a voi il nuovo. Lo voglio fare non solo perché è nella mia indole cercare soluzioni fuori dagli schemi e raggiungere gli obiettivi in squadra, ma perché le recenti tremende emergenze, quella economica, il terremoto, il Covid hanno cambiato il nostro mondo e non solo e ci impongono di giocare con nuove regole. Il recente passato non può essere più il paradigma di riferimento perché è cambiato il mondo. Dobbiamo ripensarci, rinnovarci, chiamare a noi energie nuove, recuperare quelle che hanno ancora molto da dare”.
Mangialardi ha snocciolato poi alcuni dei macrotemi che saranno al centro delle prossime settimane e al centro del suo operato di governo in caso di elezione. Elezione che non sarà scontata dato che «partiamo in svantaggio» ha voluto precisare il sindaco di Senigallia, “ma io ho voi”, riferendosi ai sindaci che hanno sostenuto la sua candidatura, non solo dell’area di centrosinistra. A loro si è rivolto chiedendo di dare il proprio contributo politico per vincere la sfida elettorale lungo le direttrici della qualità della vita e dello sviluppo economico e occupazionale, per superare le varie difficoltà. E, se all’inizio erano 80 i sindaci che avevano sottoscritto l’appello per la sua candidatura alla presidenza della Regione Marche, oggi la lista è arrivata a contarne 120, in rappresentanza di oltre la metà dei Comuni marchigiani.
“I cittadini devono trovare in prossimità i servizi essenziali, le risposte alle urgenze del quotidiano, sanità, istruzione, accesso, formazione, trasporti. Non si tratta di migliorare la Regione – ha spiegato Mangialardi -, ma di ripensare il suo ruolo e portarla nelle case dei marchigiani attraverso la sburocratizzazione, la digitalizzazione, il ripensamento del piano sanitario, la visione strategica dell’istruzione e dell’alta formazione, liberando le informazioni e rendendole disponibili. Si tratta di una rivoluzione possibile”.
Mangialardi ha poi focalizzato l’attenzione su cinque principali temi, che costituiranno i pilastri del programma della coalizione. Il primo è quello riguardante la sanità e i servizi: “Dobbiamo fare tesoro dell’esperienza, formare qui medici e personale sanitario, ridisegnare i servizi sanitari e sociali più vicini alle comunità. Poli d’eccellenza e prossimità in un unico progetto. Chiunque conosca la realtà sa che noi soffriamo di carenza di personale: bene, faremo delle Marche un campus di formazione per medici e personale sanitario, mettendo in rete le nostre università, aumentando la capacità di ospitare studenti nei comuni del territorio, affiancando il mondo dell’impresa nei progetti di formazione e inserimento lavorativo, rafforzando il piano scuola aumentando la dotazione di borse di studio per i nostri ragazzi: formiamo personale specializzato, diamo lavoro, creiamo ricadute economiche, sosteniamo le nostre università, rendiamo competitive le Marche con altri territori del mondo”.
Altro punto caldo è quello del sisma, che fin dalla sua discesa in campo Mangialardi ha individuate come ferita da sanare al più presto: “Avremo un assessorato alle aree interne e chiederemo, otterremo dal Governo centrale, la deroga per la creazione di un Assessorato alla Ricostruzione. Il messaggio che desidero dare oggi a chi non ci conosce ancora è che le grandi emergenze come i progetti di sviluppo integrati non possono essere demandati a tecnici, per quanto capaci; devono essere presi in carico dalla politica. Siamo noi a dover dare risposte e a noi i cittadini guarderanno perché ci saremo presi la responsabilità e avremo dato strumenti per portare a compimento i progetti. Come sapete conosco perfettamente la situazione delle nostre aree interne e nel dettaglio, località per località, quelle del cratere. So perfettamente quali provvedimenti sono stati presi e quali, nonostante le pressanti richieste dei sindaci, sono state le richieste disattese dal governo”.
Ovviamente al centro del programma ci saranno il lavoro e il rilancio dell’economia: “Ci sono due leve da azionare per restituire competitività alle nostre imprese: quella dell’accesso al credito e quella della semplificazione. Le istituzioni e il mondo del credito devono costruire soluzioni nuove per consentire di impiegare le ingenti risorse accumulate che devono essere messe a frutto per sostenere l’imprenditoria, creare buona occupazione e garantire sicurezza nei luoghi di lavoro. Queste soluzioni esistono già all’interno del mondo bancario, soluzioni che con ogni probabilità dalle Marche faranno scuola. Negli incontri con le imprese che ho svolto in questi gironi ho capito che c’è una voglia di fare che va intercettata. Le associazioni di categoria hanno da sempre un ruolo fondamentale nel saper interpretare i bisogni del mondo del lavoro e dare forza alle istanze, e ritengo che oggi possano avere un ruolo decisivo in tema di sburocratizzazione affiancando imprenditori, artigiani, professionisti e cittadini. Per quanto riguarda un settore fondamentale come l’agricoltura, credo non sia più rimandabile il ripensamento della filiera alimentare perché possa funzionare per i consumatori, i produttori, il clima e l’ambiente. Dobbiamo garantire la sostenibilità della produzione alimentare, tenere a mente il benessere degli animali, ridurre gli sprechi; in poche parole: favorire la transizione nel modo di pensare e fare agricoltura. Le risorse per farlo ci sono, perché ce le mette a disposizione l’Europa. Moltissimo è stato già fatto per i nostri agricoltori, moltissimo può e deve essere fatto ancora, proprio aiutandoli a intercettare le risorse disponibili che premiano i più capaci”.
Passando a parlare di turismo e cultura, terreno particolarmente agevole per chi ha governato Senigallia per oltre dieci anni, Mangialardi ha spiegato: “Quando parliamo di turismo, pensiamo a un turismo di qualità: persone che si comportano come residenti temporanei, che vivono i luoghi, sono curiosi, apprezzano la cultura, le tradizioni, e di fatto sono un puntello all’identità. Il turista di qualità preferisce vivere a contatto con le comunità, non necessariamente separarsi in complessi chiusi. Le Marche sono un ideale approdo per turisti di questo tipo, tanto italiani, quanto stranieri che trovano nella nostra regione tutto quello che si aspettano dall’Italia: un concentrato del Bel paese che sognano. Il turismo di qualità è quindi insieme sviluppo economico e tutela del patrimonio culturale nel senso più ampio: dalla valorizzazione dei monumenti allo spettacolo dal vivo. La Regione deve implementare progetti di ospitalità diffusa e regolamentata, sviluppare infrastrutture di collegamento adeguate, dalle ciclovie al recupero di percorsi ferroviari dismessi, senza dimenticare le grandi infrastrutture, ovviamente. A tal proposito, diciamo subito che sfrutteremo gli ingenti finanziamenti disponibili per realizzare tutte le infrastrutture che servono a garantire la ripartenza e il rilancio”.
La conclusione del suo intervento Mangialardi l’ha infine dedicata al tema delle pari opportunità: “Se c’è una cosa che distingue la nostra proposta politica è proprio la nostra capacità di pensare ai più deboli, ai meno tutelati, a chi ancora non ha consolidato il proprio ruolo, a chi ha perso il lavoro o non lo ha ancora trovato. Noi, diversamente da altri, non siamo contro, non alziamo muri e steccati, non sogniamo confini invalicabili, al contrario pensiamo che pluralità è ricchezza e che i nostri giovani, le nostre ragazze, i nostri ragazzi, debbano sempre più essere messi in grado di competere nel mondo”.