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Home | Attualità | Post sisma: si punta sulla “zona franca”. No ai container
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Terremoto, una brutta ferita da ricucire
Terremoto, una brutta ferita da ricucire

Post sisma: si punta sulla “zona franca”. No ai container

Pubblicato da Mauro Grespini in Attualità 1,856 Visite

L’idea di un’Imu più “leggera” per coloro che affittano appartamenti liberi ai settempedani rimasti senza casa per colpa del terremoto è stata accolta dal Consiglio comunale durante l’ultima seduta svoltasi nel salone del “Tacchi Venturi”. Ma la mozione che la proponeva – avanzata dal consigliere Francesco Borioni – è stata integrata con un “disegno” più ampio di intervento a sostegno della popolazione: la cosiddetta “zona franca”.

Lo stesso Borioni ci spiega di cosa si tratta: “Vedendo che le Amministrazioni comunali delle aree maggiormente danneggiate dal sisma dell’Aquila e dell’Emilia Romagna hanno individuato nella creazione di una ‘zona franca’ la soluzione più idonea per risollevare la propria economia e sapendo che la proposta è stata accolta con favore dalle associazioni di categorie, economiche e professionali, abbiamo inserito l’idea dell’Imu più ‘leggera’ in questo contesto più allargato di intervento e, attraverso una mozione, il Consiglio comunale di San Severino ha deciso di impegnare il sindaco e la giunta ad attivarsi presso il Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione affinché richieda l’istituzione di una “zona franca”, cioè di un’area no tax, e di una serie di meccanismi di fiscalità agevolata per tutti paesi colpiti dal terremoto di agosto e ottobre 2016, in modo da incentivare la ripresa delle attività economiche e, al tempo stesso, favorire le locazioni di immobili residenziali”.

Restando in tema, è stata respinta invece la mozione dei consiglieri Massimo Panicari, Gabriela Lampa e Pietro Cruciani che proponeva la possibilità di localizzare container o casette di legno all’interno delle proprietà private di coloro che hanno la casa inagibile. La maggioranza ha seguito la linea dettata dalla Regione, la quale, nelle scorse settimane, aveva ribadito che i privati non possono attrezzarsi autonomamente sui propri terreni: chi avesse messo un casetta di legno in giardino, per esempio, sarebbe andato incontro alla demolizione, trattandosi di un abuso edilizio. Ora, però, dovrebbe essere in arrivo una linea più morbida, con deroghe alle norme ambientali. Il condizionale è d’obbligo, ovviamente, ma qualche spiraglio in tal senso c’è poiché nei giorni scorsi Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile nazionale, durante un vertice col ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, il commissario Vasco Errani e il governatore Luca Ceriscioli, ha annunciato un’ordinanza che prevede deroghe alle normative paesaggistiche e ambientali per l’installazione di moduli abitativi, stalle mobili o container per lo stoccaggio del fieno. Vedremo come andrà a finire la questione.

Intanto, l’Amministrazione comunale ha deciso di rinunciare al villaggio dei container, che sarebbe dovuto nascere nei pressi del cimitero di San Michele, e di aspettare direttamente l’arrivo delle casette ipotizzato per la prossima estate. Intanto tecnici e amministratori stanno valutando l’area più idonea. E nel frattempo i senzatetto di San Severino – che non hanno trovato un’autonoma sistemazione – continueranno a stare in albergo, nei camper o nelle roulotte che, purtroppo, sono ancora piuttosto numerosi sia nel piazzale dell’ospedale, sia al rione Settempeda.

Ecco la strategia indicata nell’ultimo Consiglio comunale dal vice sindaco Giovanni Meschini: “Con il Municipio inagibile – ha detto – ci siamo trovati a dover gestire un’emergenza nell’emergenza. Alla fine è stato fatto un gran lavoro da un’Amministrazione che si è dimostrata anche coraggiosa rinunciando, ad esempio, ai container. La soluzione avrebbe creato forti rischi e ghettizzato una parte della popolazione. La nostra scelta si è invece indirizzata verso la riorganizzazione di alcune grandi strutture come il complesso di San Pacifico, dove avremo a disposizione più di cento posti letto, e l’albergo Feronia, dove potremo contare su un’altra ventina di stanze. Concentreremo per il resto la nostra attenzione sulle Sae (le casette, per intenderci; ndr), soluzione che richiederà più tempo ma che offrirà una giusta risposta alla popolazione terremotata”.

Infine, alcune cifre sull’utilizzabilità degli immobili: solo il 34% di quelli ispezionati dalle squadre Aedes in tutto il territorio comunale è risultato agibile; un altro 24% è stato dichiarato agibile ma con provvedimenti. Si attesta invece sul 57% la percentuale di utilizzabilità delle strutture visitate dalle squadre Fast che hanno svolto più di 2.300 sopralluoghi.

Altri numeri. Più di 5 mila richieste di sopralluogo raccolte, oltre 900 famiglie assistite per un totale di 1.800 cittadini, mille domande di contributo per l’autonoma sistemazione evase, una decina di abbattimenti di edifici pericolanti già effettuati e un migliaio di verifiche ancora da portare a termine.

m. g.

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consiglio comunale terremoto 2017-01-15
+Mauro Grespini
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TAG: consiglio comunale terremoto

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