A meno di un mese dal terremoto, che aveva reso inagibile il proprio negozio, lei riparte di slancio con la propria attività. Se, a livello di tempo, non è un record, rappresenta comunque un bel segnale di ripresa ed è un altro esempio dell’incredibile voglia di ricominciare che i settempedani stanno maturando nel proprio animo. Contro tutto e tutti. Parliamo di Silvana Mammoli, da 33 anni titolare del notissimo “Cerco e trovo”. La forte scossa del 30 ottobre ha lesionato il locale, di sua proprietà, in cui a lungo ha portato avanti l’esercizio commerciale con passione e sacrificio. La reazione però è stata immediata, pari e contraria allo “scacco” subìto. Così, sostenuta dalla propria famiglia, Silvana ha cercato immediatamente una sede temporanea alternativa per rimettersi in piedi prima del periodo natalizio. Ma non è stato semplice. “Chi si trova in una condizione come la mia – racconta Silvana – procede praticamente al buio: nessuno ti sa dire se ci saranno aiuti economici per far fronte al problema, nessuno ti sostiene prontamente per le spese vive di allacci, contratti e traslochi. Allora, che fai? Chiudi? No, ti rimbocchi le maniche, tiri fuori i soldi di tasca tua (svariate migliaia di euro) e trovi il coraggio di ripartire. Però, un po’ di amaro in bocca ti resta quando ripensi che, di fronte a una situazione del genere, trovi persino delle barriere burocratiche laddove credevi invece di poter ricevere aiuto… Almeno una pacca sulla spalla o un sorriso di conforto”.
Insomma, settimane di vera “corsa ad ostacoli”, ma – dopo tanta fatica – sta per arrivare l’alba di un nuovo giorno. “Cerco e trovo”, infatti, riaprirà in Piazza del Popolo, grazie all’affitto di alcuni locali che erano liberi vicino alla farmacia. Sabato pomeriggio, alle 16.30, ci sarà l’inaugurazione ufficiale del nuovo corso di questa storica attività di vendita, specializzata – come noto – in biancheria intima, abbigliamento e merceria. Tutto ciò in attesa, ovviamente, della ristrutturazione del vecchio negozio in viale della Resistenza, al rione Settempeda. “Oggi si pensa alle abitazioni e nessuno sa aiutare concretamente le ditte in difficoltà – conclude Silvana – ma credo che, passata la prioritaria emergenza abitativa, il secondo pensiero delle istituzioni dovrebbe essere il lavoro per evitare l’impoverimento – e quindi l’abbandono – di un territorio. Ne va del futuro anche del nostro paese”.
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