In una nota il Comitato Salva Salute di Castelraimondo esprime la propria solidarietà ai lavoratori del cementificio Sacci, i quali, purtroppo, rischiano il licenziamento da parte della nuova proprietà (Caltagirone) che ha rilevato tutti gli impianti del gruppo e ha dichiarato la volontà di chiudere lo stabilimento di Selvalagli. Eccone il testo.
“Ancora una volta la proprietà e le Amministrazioni usano le vite e le famiglie dei dipendenti del cementificio per meri scopi speculativi, minacciando il licenziamento di quasi ottanta persone al mero fine di forzare l’approvazione dell’Autorizzazione ambientale che i nuovi padroni della Sacci si stanno apprestando a chiedere in Regione. Parliamo dell’Autorizzazione ambientale per l’incenerimento di circa 100 mila tonnellate all’anno di rifiuti
indifferenziati, concessa dalla Regione Marche alla Sacci e parzialmente annullata dal Tar in virtù di due ricorsi, uno dei quali presentato dal
nostro Comitato (CSS di Casteraimondo). Tale autorizzazione giace dentro un remoto cassetto dell’Amministrazione e la nuova proprietà – molto probabilmente – è orientata verso la richiesta di ampliamento della concessione da 100 mila a 200 mila tonnellate all’anno, così come previsto dal Governo Renzi con il decreto “Sblocca Italia”. La proprietà, infatti, ha un presumibile interesse ad aumentare la quantità di rifiuti da incenerire, in quanto la Regione potrebbe pagare 10 euro per ogni tonnellata incenerita e l’Amministrazione si dimostra completamente prona di fronte ai voleri dei Caltagirone, i nuovi proprietari della Sacci.
Il Comitato fa presente che la nostra terra è già soggetta ad una fortissima pressione ambientale e che, come dimostrato da studi dell’Istituto superiore di Sanità e della stessa Regione Marche, i livelli di decessi e ospedalizzazioni per tumori e altre patologie collegate all’incenerimento sono preoccupanti e meritevoli della massima attenzione. Nonostante da anni ci si stia adoperando affinché il livello occupazionale della zona venga mantenuto e, ove possibile, incrementato attraverso la pratica del recupero e del riciclo dei rifiuti, e nonostante la nostra zona si sia da sempre dimostrata estremamente virtuosa nella pratica della differenziazione, i nostri amministratori, rimanendo del tutto inermi in attesa delle decisioni dei Caltagirone, dimostrano ancora una volta di considerare la salute e la vita degli abitanti dei Comuni interessati dalle emissioni del cementificio, un valore assolutamente trascurabile e tranquillamente sacrificabile sull’altare dei loro interessi”.