“Diamo merito ed onore a coloro che sono degni della nostra memoria”: sono queste le parole della professoressa Giovanna Salvucci all’incontro tenutosi all’Itt “Divini” per ricordare la 16^ Giornata della memoria della Shoah. Un impegno che non può essere confinato nelle formalità delle celebrazioni ufficiali di un unico giorno. Pochi conoscono la storia del collegamento tra la Germania nazista e la provincia di Macerata, da cui furono deportati numerosi ebrei, tra i 6.000 di tutta Italia. Fu usato lo stesso sistema di internamento civile nato per isolare i cittadini stranieri che vivevano clandestinamente nel nostro Paese. Più avanti, però, questi campi vennero utilizzati anche per internare gli oppositori del regime e gli ex jugoslavi. In questo periodo gli ebrei ancora non venivano internati per motivi razziali, ma solo se appartenenti a queste categorie. L’impervietà che contraddistingue i nostri territori, la scarsa popolazione e la forte presenza del fascismo nelle mentalità marchigiane, portarono ad una forte concentrazione dei campi di internamento nella nostra regione; a testimoniarlo sono la presenza di campi in località della provincia come l’Abbadia di Fiastra, Pollenza e Treia. Interessante ed emblematica la storia di Paul Pollack, fortunatamente giunta a lieto fine ma che comincia dall’internamento nel campo dell’Abbadia di Fiastra. Unica sua colpa quella di essere ebreo. Per sua fortuna riuscì a scampare alla morte grazie all’arrivo delle truppe russe Auschwitz; una volta fuori dal lager nazista si ritrovò senza i suoi cari, deciso a trasferirsi ad Israele per ricominciare a riscrivere la sua vita. Il destino volle che Paul Pollack ritrovasse la moglie e le sue due figlie. Ecco il perché di una giornata così importante, ecco perché bisogna ricordare. È importante conoscere le storie umane, perché, come scritto su un muro ad Auschwitz, “solo quando a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora ci si potrà dimenticare”.