Via libera del Consiglio comunale di San Severino alle nuove aliquote, per l’anno 2014, della Tasi, il tributo per i servizi indivisibili. “Con una manovra che probabilmente non ha eguali – spiegano il sindaco, Cesare Martini, e l’assessore comunale alle Finanze, Vincenzo Felicioli – abbiamo neutralizzato gli effetti negativi di una norma vessatoria, un tributo imposto a livello nazionale che era destinato a penalizzare le rendite più basse. Grazie all’intervento dell’Amministrazione quasi 3.500 contribuenti, il 73% dei settempedani titolari di prima casa, su 5mila proprietari complessivi, avranno una detrazione che va dal 17% fino all’annullamento totale dell’imposta. In pratica siamo rimasti alle stesse cifre dell’Imu 2012, anzi qualcosa meno, per rendite fino a 550 euro. La scelta, coraggiosa ma dovuta visti i tempi, ha riguardato – concludono Martini e Felicioli – gli scaglioni di reddito medi e medio bassi e ha comportato una riduzione della tassazione complessiva di ben 184mila euro. Essa ha avuto un occhio di riguardo molto particolare anche per le famiglie dimostrando, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che i sindaci sono rimasti l’unico baluardo a difesa dei cittadini con le loro scelte sul territorio che sono sempre più lontane dalle scelte nazionali. Queste ultime vorrebbero trasformarci in esattori”.
Nello specifico il Comune di San Severino ha deciso di applicare una detrazione di 100 euro per rendite che vanno fino a 250 euro, di 80 euro per rendite dai 250 ai 350 euro e di 40 euro per rendite dai 350 ai 550 euro. Non è stata prevista l’applicazione dell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 ed è stata riconosciuta la detrazione di 50 euro per ciascun figlio fino a 26 anni, purché convivente e comunque fino a un massimo di otto figli. Tutto questo indipendentemente dal valore della rendita.
“Rispetto all’Imu del 2012 – spiegano ancora il sindaco Martini e l’assessore Felicioli – i settempedani, se si fosse applicata la Tasi in misura piena, sarebbero stati chiamati a pagare più di 100 euro di differenza per rendite fino a 250 euro, più di 80 euro per rendite fino a 350 euro, una cinquantina di euro per rendite fino a 450 euro e una quindicina per quelle fino a 550 euro. I risparmi percentuali, per queste fasce, risultano essere del 100%, del 54%, del 21% e del 17%. Quote, insomma, piuttosto considerevoli. Al fine di individuare la detrazione da applicare si è fatto riferimento alla rendita dell’abitazione principale e, addirittura, se la detrazione è risultata superiore all’imposta dovuta sulla prima casa, la stessa è stata estesa anche alle pertinenze. Con una rendita pari a 250 euro un cittadino settempedano proprietario di un’abitazione avrebbe avuto un aumento fra Tasi e Imu di 105 euro che, di fatto, è stato abbattuto grazie a una detrazione pari al 100%. Se la rendita risultasse di 350 euro l’aumento sarebbe stato di 82 euro, ma grazie a una detrazione di 80 euro l’imposta risulta ora ridotta del 54%. E’ di 40 euro la detrazione per le rendite di 450 euro che, diversamente, si sarebbero viste chiedere una maggiore tassazione di 49 euro. Nel regolamento è anche previsto che fino a 12 euro non si pagherà nulla”. Le aliquote approvate dal Consiglio comunale nell’ultima seduta sono del 2,5 per mille.