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Un'immagine del cementifico di Castelraimondo-Gagliole
Un'immagine del cementifico di Castelraimondo-Gagliole

Il Cementificio brucerebbe 70 mila tonnellate di Css

Settanta mila tonnellate di Css (Combustibile solido secondario derivante dal trattamento dei rifiuti indifferenziati), dal 2016, potrebbero essere bruciate ogni anno all’interno del cementificio di Castelraimondo-Gagliole. Le emissioni sarebbero dieci volte maggiori rispetto a quelle del camino del Cosmari, oggi spento per il timore dell’inquinamento atmosferico. Il doppio dato, allarmante per le popolazioni residenti – ma anche per San Severino, che non è poi così distante dall’area del cementificio – è emerso nell’incontro di domenica 13 ottobre al cineteatro Manzoni di Castelraimondo, promosso dal Comitato “Salva salute” per informare la cittadinanza su quanto prevederebbe il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, secondo cui – appunto – l’impianto della Sacci dovrebbe diventare il “terminale ultimo” per l’incenerimento degli indifferenziati di tutte le Marche. “L’incontro – ha detto Luigi Travaglini, uno dei promotori – è stato organizzato per concordare un piano locale in difesa della salute della  popolazione contro le emissioni del cementificio. In particolare si vuol istituire dei presidi per effettuare monitoraggi epidemiologici, controlli di emissioni e ricadute dei contaminanti sul territorio. Il motivo? La pianificazione dei nostri amministratori insiste nel voler concentrare tutto il problema dei rifiuti urbani regionali nel trattamento in un megapunto, a Castelraimondo, infischiandosene dei  grandissimi disagi per i residenti. Ma farebbero bene, già da ora, gli investitori a calcolare i costi per applicare a un cementificio le tecnologie necessarie per eliminare le emissioni, perché la nostra battaglia è appena cominciata. E i costi, in tal senso, diventano enormi per un inceneritore di eventuali rifuti pericolosi”. Tra le note polemiche il fatto che finora alla Sacci ci sia solo un autocontrollo annuale delle emissioni imposto dalla Regione e che a nessuno sia mai venuto in mente di collocare una stagione di monitoraggio dei fumi nei pressi della vicinissima scuola materna e primaria. In ogni caso il Comitato ha annunciato che ci saranno altri incontri sul territorio per approfondire la delicata questione assieme a esperti, medici e funzionari regionali.

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